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Giorno della Memoria: Geza Kertesz, l'allenatore che salvò gli ebrei

AP

Detto lo "Schindler del Catania", salvò decine di ebrei dai campi di sterminio nazisti

ROMA - Geza Kertesz non è stato solamente un ottimo allenatore. Lo "Schindler di Catania", come viene soprannominato per le sue gesta, ha salvato decine e decine di ebrei dai campi di sterminio nazisti. Prima di essere un eroe, Kertesz è stato il tecnico di una decina di squadre in Italia, tra le quali: Atalanta, Roma, Lazio, Salernitana e Catania. La città dell'elefantino è stata la sua patria adottiva, alle pendici dell'Etna visse alcuni dei suoi momenti più felici a livello sportivo e non. Gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, però, quando era alla guida dei giallorossi, lo costrinsero a tornare in patria, in Ungheria, dove costituì assieme all'ex compagno di squadra Toth un'organizzazione resistenziale. Salvarono decine di ebrei e di partigiani ungheresi dai campi di sterminio nazisti; si travestì anche da militare tedesco pur di aiutare delle persone a scappare dal ghetto di Budapest. Kertesz intrattenne dei rapporti con i servizi segreti americani, ma questo non lo aiutò. Nel dicembre del '44 venne arrestato con l'accusa di nascondere degli ebrei in casa propria. Morì fucilato insieme a Toth qualche giorno prima della liberazione della capitale ungherese. Migliaia di persone, tra le quali dei catanesi, parteciparono al suo funerale e gli fu riconosciuto il titolo di «martire della patria», sepolto nel cimitero degli eroi di Budapest.

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