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Trapattoni: «Sono vivo per miracolo, dovevo essere in Costa d'Avorio»

Una settimana fa, l'ex ct stava per accettare l'offerta di allenare la Nazionale ivoriana e avrebbe soggiornato nel resort dell'orrendo massacro compiuto dai terroristi islamici che ha causato 18 morti e 33 feriti

ROMA - Giovanni Trapattoni è vivo per miracolo. Sarebbe dovuto essere nel resort di Gran Bassam, 40 km da Abdjan, Costa d’Avorio, teatro del massacro perpetrato dai terroristi islamici che ha causato 18 morti e 33 feriti. Lo ha raccontato lo stesso allenatore che giovedì 17 marzo compirà 77 anni, dialogando con l’amico e giornalista Marco Bernardini il quale ha rivelato il retroscena sul blog “Ho visto cose” di calciomercato.com: «Sai, Marco devo proprio avere un santo che mi protegge da lassù. Oppure, molto più semplicemente, è intervenuta mia sorella Romilde che è andata in cielo due anni fa. Insomma io, la scorsa settimana, sarei dovuto partire per la Costa d’Avorio dove mi attendevano per consegnarmi la loro nazionale di calcio. Contratto di un anno e posto da favola dove vivere. Credo proprio in quel resort di lusso dove quegli animali arrivati con le barche dal mare e nascosti dietro l’alibi di una guerra di religione hanno compiuto una carneficina. Mi sa tanto che non è più tempo di andare per il mondo».

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