Corriere dello Sport

Rendi la tua esperienza speciale

Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Altri Sport

Stadio

Foto

Video

Corriere dello Sport

LIVE

Champions League, Roma-Napoli: quella volata che vale oro

Il secondo posto frutta almeno 38,8 milioni. Chi va agli spareggi può averne 28,8 ma...

ROMA - Al gran buffet della Champions c’è solo una cosa peggiore di riuscire a riempire il piatto meno degli altri: restare a bocca asciutta. Il senso della volata per il secondo posto, allora, è racchiuso tutto in questa semplice evidenza empirica: chi la spunta porta a casa più soldi (almeno 10 milioni) e li può già mettere nel prossimo bilancio; chi chiude al terzo posto, deve accontentarsi di meno e legare tutto a uno spareggio con il al rischio - 50 e 50 - di non superarlo, retrocedendo così in Europa League. Con due corollari imprescindibili: dover comunque anticipare l’esordio ufficiale (e la preparazione) e ritrovarsi a manovrare sul mercato in un clima di incertezza economica e tecnica che non aiuta nessuno. Il Napoli c’è già passato due anni fa, come la Lazio la scorsa estate, e la Roma ha studiato bene quella lezione: ecco perché nello scontro diretto di lunedì, che potrebbe chiudere definitivamente o riaprire i giochi, c’è in ballo tanto, tantissimo.

ROMA-NAPOLI, TOTTI SPERA

PROBABILI FORMAZIONI

TUTTO SUL NAPOLI

TUTTO SULLA ROMA


RICAVI COMMERCIALI - Dalla Champions i club guadagnano in due modi: giocando le partite e dividendosi i proventi commerciali (anche questi, vedremo, legati al cammino europeo). Il market pool è una torta che per l’Italia vale circa 100 milioni di euro: per metà viene distribuito in base al piazzamento in campionato, per metà in base al numero di partite giocate. E ovviamente un conto è fare le porzioni per due, un altro per tre. Partiamo dalla prima ipotesi, e cioè che la terza classificata superi i play off approdando alla fase a gironi. La parte fissa dei ricavi commerciali verrebbe divisa così: 25 milioni a chi vince lo scudetto, 17,5 alla seconda e 7,5 alla terza. Dunque: tra secondo e terzo posto ballano esattamente 10 milioni di euro. L’altra metà verrà ripartita a stagione conclusa in proporzione al numero di partite giocate da un club rispetto a quello delle sue connazionali: da un minimo di 9,37 milioni (una eliminata ai gironi con le altre due in finale) a un massimo di 26 milioni (una in finale, le altre due subito fuori). Seconda ipotesi: se la terza non supera i play off, retrocede in Europa League con un paracadute del 10% della parte fissa del market pool, in questo caso 5 milioni. Alle altre due andrebbero 24,75 e 20,25 milioni (ci guadagna solo la seconda). La parte variabile garantirebbe da un minimo di 15,78 milioni a un massimo di 34,21 milioni (una in finale, l’altra fuori ai gironi).

RICAVI FISSI - Il semplice fatto di arrivare alla fase a gironi garantisce un’entrata fissa di 12 milioni di euro per le 6 partite da giocare. Poi ci sono i bonus: 1,5 milioni per ogni vittoria, 0,5 per ogni pareggio, per un massimo di 9 milioni di euro. Con i 12 di base e i 5,5 per l’accesso agli ottavi (sarebbe matematico con 6 vittorie, ovviamente...) si potrebbero portare a casa addirittura 26,5 milioni. Gli altri bonus: 6 milioni per i quarti, 7 per le semifinali, 10,5 milioni alla finalista e 15 alla vincente della Champions.

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi