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2016, ecco il boom del Social Football Club

Dani Alves traccia la strada, anche Berlusconi cede a Zuckerberg. Ora ogni campione è media di se stesso

 

#Socialdunquesono. Chissà se a Cartesio piacerebbe questo hashtag, l’etichetta che sui social network funziona come aggregatore tematico e, posizionando il carattere hash (cancelletto#), davanti a una parola o a una frase senza spazi, permette ricercando quell’hashtag, di trovare tutti i messaggi classificati con lo stesso. Di sicuro, mai come in questo periodo, #Socialdunquesono è la chiave per raccontare la storia di Cristiano Ronaldo, Dani Alves, della Juve e di tutto il Sistema Calcio convertitosi al nuovo mondo di una comunicazione che fa rima con rivoluzione.

JUVENTUS SUPERSTAR

SEMPRE CONNESSI - Dal primo gennaio 2017, i lavoratori francesi che lo desidereranno, potranno non rispondere a mail, sms e telefonate fuori orario d’ufficio. Avranno piena facoltà di disconnessione. La questione, evidentemente, non riguarda il calcio italiano, mai così on line. Società e giocatori hanno scoperto una nuova miniera d’oro perché il ragionamento della pubblicità è apodittico: tanto più un campione spopola sul web, quanto più diventa un testimonial appetibile per ogni genere di investimento sul mercato. Cristiano Ronaldo docet.

BERLUSCONI SU FB - Sono passati trent’anni dal primo Milan di Berlusconi elitrasportato all’Arena di Milano al suono della Cavalcata delle Valchirie. Provate a immaginare da quanti selfie, quanti tweet, quanti video saremmo stati inondati se soltanto i social ci fossero stati. Aggiungete che, all’epoca, i cronisti in servizio a Milanello salutarono con un boato di approvazione la sala stampa voluta da Re Silvio con tanto di fax e cabine telefoniche munite di gettoniere (i cellulari sarebbero arrivato nel ‘90). Sono passati trent’anni e anche l’ex Cavaliere si è arreso a Facebook, dando l’annuncio della cessione del Milan con un commosso messaggio, pubblicato sulla pagina ufficiale della creatura di Zuckerberg.

L'ADDIO DI BERLUSCONI SU FACEBOOK

GOGOL E GOOGLE - Berlusconi, l’uomo che, quand’era premier, il 19 maggio 2010, durante la conferenza stampa con il presidente egiziano Mubarak chiamò “Gogol” Google. Transeat. La verità è che tutto sta cambiando a una velocità supersonica. Osserva Sergio Abate, direttore area digital Sportnetwork e attento studioso dei nuovi media: «Ogni campione è diventato media di se stesso e il rapporto con i tifosi è diventato verticale». Anche se, un conto è l’immediatezza della comunicazione, magari condensata nei 140 caratteri del social che ha compiuto dieci anni il 15 luglio scorso; un altro è l’autorevolezza del commento, ricercato sulla testata o sul sito di riferimento, dallo stesso destinatario del messaggio del giocatore o del club.

SASSUOLO - C’è dell’altro. C’è il fenomeno Snapchat, autentico mordi e fuggi capace persino di sorpassare Twitter e che conquista sempre più proseliti fra i 14 e i 19 anni (150 milioni di utenti attivi al giorno, 10 miliardi di video visti al giorno, 60% di utenti impegnati costantemente nella produzione di nuovi contenuti, sessione media giornaliera di 25-30 minuti). Snapchat è un’applicazione che permette di scambiarsi foto e brevi video, la cui durata massima è di 10 secondi, cancellati automaticamente al termine della visualizzazione. Il 26 giugno scorso, il Sassuolo ha aperto il suo account su Snapchat in occasione del raduno precampionato: a conferma di quanto sia social la società di Squinzi, già attivissima su Facebook, Twitter, Youtube e Instagram. ROMA LIVE FB. La Roma, invece, si è lanciata su Facebook live. Il 17 luglio scorso, in occasione del test con i ceceni del Terek Grozny, è stato il primo club europeo a trasmettere un’intera partita live su Facebook. Un successone. D’altra parte, quando Zuckerberg ha lanciato il live streaming, la risposta è stata stratosferica: 5,7 miliardi di visualizzazioni nei primi sei mesi, commenti 10 volte più numerosi, secondo il dato fornito dalla stessa Facebook.

AUTOGOL BAYERN - Il social è uno strumento da maneggiare con cura. Nel nuovo mondo bisogna stare molto attenti a ciò che si scrive, anche se in Rete allignano molti webeti, per usare il felice neologismo coniato da Enrico Mentana. Il 16 marzo scorso, la mattina di Bayern-Juve, il club bavarese twittò l’immagine dell’Allianz Arena sbarrando il motto bianconero “Fino alla fine”, collocato su un binario morto. Un’immagine provocatoria e infelice che scatenò l’inferno sul web. Il nostro sito e tuttosport.com lanciarono l’hashtag #viaibinarinazisti. Il Bayern fu costretto a fare retromarcia e a chiedere scusa. Era il minimo che potesse fare.

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