È così legato alla memoria di suo padre?
«Lo cerco da sempre. Ogni volta che capitavo in Rai chiedevo i suoi vecchi filmati, e me li portavo a casa per vederli con calma. Ho sette nipoti, il più piccolo si chiama Valentino. Palleggiamo insieme, è dotato. Farà il calciatore».
Rocco la voleva al Milan?
«Sì. Ne parlammo all’Assassino, il suo ristorante preferito. Ma all’Inter non mi presero sul serio: “E noi chiediamo Rivera”. Comunque Rocco mi stimava, a modo suo. In un derby segnai al primo minuto, ed esultai davanti a lui urlando: “Ciao paron!”. Mi mise Trapattoni a uomo, e non toccai più palla. Alla fine si avvicinò e mi disse: “Ciao mona!”».