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LA FORZA DI SEMPLICI E PECCHIA E LA CRISI DI COLANTUONO

LaPresse
La Spal accelera, il Verona segue a ruota: solo il Frosinone, ko a Terni, s'infila in un tunnel e si allontana pericolosamente dalla promozione diretta a cinque giornate dalla fine. Crolla il Bari di Colantuono piegato prima che da Pazzini dagli infortuni e da una dispendiosa rincorsa al vertice che sta pagando a caro prezzo. Baroni perde il 4º posto, ma può prendersela con l'arbitro omonimo e di Firenze che non vede nell'anticipo un clamoroso rigore e condanna i sanniti al pari.

FROSINONE SORPRESO - L’accelerazione che tutti auspicavano è arrivata al momento opportuno. E ha finito per sorprendere il Frosinone. Eh sì. Perché se la Spal piega con la forza un orgogliosissimo Latina e allunga le mani sulla A e il Verona sbanca il San Nicola costringendo quasi alla resa Colantuono, per la prima volta ko in casa durante la sua controversa gestione, è proprio la compagine di Marino a pagare un pesantissimo dazio. Dionisi e compagni non vincono da 5 giornate e, dopo il blitz di Ferrara, hanno conquistato appena 3 punti, pareggiando a Cesena, con l’Avellino in casa e ad Ascoli, perdendo le ultime due partite, con il Novara al Matusa e a Terni. Una crisi proprio sul viale del traguardo, quando sarebbe stato necessario, appunto, accelerare. Molto probabilmente, è stato questo il limite dei ciociari durante l’intero arco della stagione: l’incapacità di arrivare sino in fondo alle partite e di chiuderle. Un limite che potrebbe ora costringere la squadra giallazzurra ai play off, un rischio ancora scongiurabile, con uno scatto d’orgoglio che a Terni non s’è neppure immaginato. 

IL BARI E LA STREGA - Non sembra essere nelle condizioni di immaginare gli spareggi promozione neppure questo Bari che si sta sbriciolando tra le mani di Colantuono. Il tecnico ha perso i suoi uomini migliori non riuscendo a recuperare alla causa altri protagonisti scivolati ai margini della squadra. Al di là delle singole responsabilità, il fatto è che quando sei costretto a rincorrere gli obiettivi non sempre le energie fisiche e mentali bastano. Dosare le risorse in B è indispensabile. Questa regola violata sembra limitare il Benevento di Baroni. Questione di organico, che la facoltosa società sannita ha fatto male a non arricchire. Ma anche di sviste arbitrali, come è apparso evidente nell’anticipo col Vicenza per un rigore clamorosamente negato e che avrebbe potuto consentire alla Strega di difendere il prezioso 4º posto. Nulla è perduto, ma un torneo così bello e avvincente merita un finale ad armi pari.   

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