INVIATO A PARMA - Un’ora e mezzo con uno dei più grandi talenti espressi dal calcio italiano. Novanta minuti di verità (anche scomode...), battute, sorrisi e risposte lontane anni luce da quelle spesso banali che tanti colleghi danno. Un’intervista lunga quanto una... partita di calcio con Antonio Cassano equivale a una gita sulle montagne russe. Noi questa “gita” l’abbiamo fatta a Parma dove il fuoriclasse di Bari Vecchia è venuto a trascorrere una serata con gli amici di sempre, il responsabile del settore giovanile del Sassuolo Francesco Palmieri, l’agente Fifa Mirco Levati e il gioielliere Matteo Carboni. Antonio è in forma, ha parlato a ruota libera e, come spesso faceva in campo, ha dato spettacolo.
Cassano, è ancora un giocatore o si considera un ex?
«Fondamentalmente sono un calciatore perché mi alleno ogni giorno, ma non ho richieste soddisfacenti. Tutti pensano che abbia smesso e che non ce la faccia più... Beh, non è vero: lavoro più ora di prima e, se arrivasse l’opportunità che mi fa felice, sarei pronto».
E come la mettiamo con il peso, il suo tallone d’Achille?
«Mi guardi bene. Pancia non ne ho e sono 85 chili, il peso forma quando sono andato al Mondiale in Brasile. Due volte al giorno vado in un campo a Carasco, all’uscita di Chiavari, e seguo il programma del mio ex preparatore Tibaudi».
Come trascorre le sue giornate?
«La mattina la sveglia è alle 7, alle 7,40 vado a scuola a portare i bambini, mi alleno dalle 8,30 alle 9,30, poi torno a casa per la colazione e il pranzo. Alle 14,30 il secondo allenamento da 60-70 minuti e alle 16,30 “volo” a prendere i bambini. Sto con loro fino a cena e giochiamo. La mia vita così è stupenda».
Il derby contro il Genoa del maggio 2016 è stata l’ultima partita della sua carriera?
«Spero di no».