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Cassano: «In Serie A ci sono soltanto tre campioni»

ANSA
Il Peter Pan del calcio italiano si allena tutti i giorni e aspetta una squadra: «Sono stanco di sentire che peso 20 chili in più»

In casa però decide... sua moglie Carolina?
«Hai mai visto un uomo che comanda a casa? No? Infatti non comando neppure io».

Tanti che smettono di giocare o non trovano squadra cadono in depressione. E’ successo anche a lei?
«Questa è una cazz... o almeno a me non è accaduto. La cosa fondamentale è star bene con se stessi e avere una famiglia che ti supporta e ti fa vivere bene. Io ho tutto perfetto nella mia famiglia e sono felice».

Suo figlio Christopher ha la “stoffa” del calciatore?
«Gioca, ma ha solo 6 anni e mezzo ed è presto per dirlo. Christopher è un tifoso sfegatato della Roma e il suo giocatore preferito è Totti. Gliel’ho fatto conoscere a sorpresa prima di Genoa-Roma: ho fissato con il Pupo prima della partita e, senza dir niente ai bambini (c’era anche il più piccolo, Lionel, ndr), li ho portati nell’hotel della squadra. Quando Christopher lo ha visto si è emozionato e non ha capito più niente. Francesco è stato eccezionale e ha regalato a entrambi la sua maglia».

Totti ha sbagliato a smettere?
«Per me sì e gliel’ho ripetuto anche 3 mesi fa: in questo campionato, con i giocatori che ci sono, poteva divertirsi un altro anno. Non avrebbe fatto 38 presenze, ma 10-15 sì e tra rigori e punizioni sarebbe arrivato a 10-12 gol. Di fronte alle prime difficoltà di Dzeko, piuttosto che Schick che ha bisogno di avere accanto un’altra punta, avrei messo dentro Francesco».

Come lo vede in tribuna, nelle vesti di dirigente?
«Mi sembra triste, uno che non c’entra niente con quel ruolo, ma ha una fortuna: può imparare da Monchi. Lo sento sereno e contento forse perché ha capito che prima o poi tutti devono staccare la spina. Nell’arco di poco tempo diventerà molto bravo e le immagini di quella indimenticabile festa d’addio gli rimarranno sempre dentro: è stata bellissima e mi sono commosso anche io».

Totti di lei ha detto che è il più forte con cui ha giocato, mentre Buffon la riteneva da Pallone d’Oro. Non male come complimenti...
«Voglio bene a queste due icone del calcio mondiale, ma penso che non si possa vivere di se e di ma. Bisogna fare, non parlare. Io mi sono bruciato da solo. Per colpa del mio carattere, del mio istinto e del mio orgoglio. Se potessi tornare indietro qualcosa eliminerei, ma il mio carattere è questo. Stravolgerlo è impossibile».

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