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La nuova schedina: torna il progetto del "7 più 7"

In casa Sisal guardano con favore a una simile prospettiva: "In scia a Toto, Totip, Superenalotto

Il destino del calcio italiano? 1-X-2, fate la vostra giocata. Corsi, ricorsi. Il tempo va avanti, ci scappa, accelera e frena bruscamente, ma avanza comunque; eppure in piena emergenza Coronavirus e con un sistema-calcio italiano che rischia
il default torna di moda il caro vecchio slogan: se mi volto indietro vedo il futuro. Voltiamoci dunque e ripassiamo la
storia: nell’Italia uscita a pezzi dalla guerra la schedina del Totocalcio divenne il collettore fondamentale per il finanziamento dello sport italiano. Nel novembre del 1945 il CONI chiese al Ministero dell’Interno di poter gestire le scommesse e i pronostici. La risposta arrivò pochi mesi dopo, nel gennaio del 1946. Si può fare. Come riporta il «Dizionario del calcio italiano» la ripartizione degli introiti fu la seguente: il 45% degli incassi nel montepremi, il restante 55% suddiviso tra Stato (16%), CONI (7%), FIGC (5%), le ricevitorie (7%) e la SISAL (20%). E vissero tutti felici e contenti per lunghe stagioni, finché - da una ventina d’anni- le scommesse online si sono mangiate la torta dei giochi correlati al calcio e il Totocalcio (pur arricchito da concorsi come «Totogol» e «9») è diventato un gioco di nicchia.

Scenari futuri

In queste ore il nostro sistema-calcio le sta pensando tutte per grattare soldi dove ciò sia possibile. Idea: un nuovo Totocalcio. Un gioco moderno dal quale ottenere una parte dei ricavi, cercando di non gravare sugli equilibri del rapporto Stato-concessionario. La volontà della Lega di Serie A è quella di chiedere una revisione del Decreto Dignità che di fatto ha cancellato ogni forma di reclame sul gioco. Obiettivo: cancellare il divieto di pubblicità imposto alle società di scommesse per aiutare la ripresa del calcio. Di fatto è (sarebbe) un Decreto salva-pallone. Abbiamo chiesto ai vertici della SISAL una rifl essione in merito: "Siamo molto favorevoli, certo. Il gioco l’abbiamo inventato noi, ed è motivo di orgoglio pensare
che oggi se ne parli in questi termini, come strumento per un rilancio." [...]

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