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Calcio e Sky, sarà braccio di ferro?

Dei diritti televisivi e delle pene del calcio. Un altro pericolosissimo fronte sta rischiando di aprirsi: è quello relativo alla sesta e ultima tranche bimestrale che le pay tv - Sky Italia, Dazn - e Img devono versare per contratto a maggio. Parlo di 233 milioni (la quota Sky è 130 più Iva). Soldi che per i club, in notevole crisi di liquidità, sono oggi indispensabili, al punto che alcuni li avrebbero già scontati (fonte Lotito). Non è tutto: a luglio è previsto il pagamento della prima rata della prossima stagione e al management di Rogoredo, i cui telefoni sono più bollenti che mai, alcuni presidenti avrebbero addirittura chiesto di anticipare quella di settembre.

Il fatto è che Sky non può per ovvi motivi trasmettere partite di calcio, né eventi sportivi di altra natura. Pertanto, in assenza di un’intesa su più punti (la prossima settimana dovrebbe esserci un incontro in tal senso), potrebbe alzare il tiro delle richieste. La sua squadra di avvocati sta valutando la situazione alla luce degli ultimi spostamenti e delle relative divisioni in Lega, e non esclude di ricorrere all’articolo 1467 del codice civile (eccessiva onerosità sopravvenuta). Del resto, se i club smettono di pagare i loro dipendenti (calciatori) è più che naturale - sostengono gli skylawyer - che altri facciano la stessa cosa. Le notizie che giungono dagli ambienti bancari confermano peraltro che il mercato pagamenti è completamente fermo: nessuno paga più nessuno. Se il “fenomeno” investisse la filiera alimentare i guai, per il Paese, risulterebbero inaffrontabili. Altro che il calcio!

Virus permettendo, la necessità di concludere il campionato si fa sempre più impellente. Non a caso Gravina e Dal Pino, dopo aver pregato ogni mattina soprattutto per la salute degli italiani - il presidente della Lega, coraçao brasileiro, rivolge le sue suppliche manageriali anche a Yemanjà: tutto serve - stanno facendo l’impossibile per presentare date praticabili ed evitare scontri economicamente “cruenti”. Sky, pur manifestando tanta buona volontà («non abbiamo interesse a rovinare il calcio italiano» è il refrain), ha inoltre un problema non di poco conto: deve tener buoni gli abbonati che hanno pagato per vedere le partite e da giorni sono costretti ad accontentarsi di repliche e film.

Superfluo aggiungere che senza il saldo di maggio il famoso buco di 550 milioni si allargherebbe a 780. Il “piano 45” studiato da Eca e Uefa (le restanti partite tra giugno e metà luglio) viene ora ritenuto salvifico. Nessuno però esclude che gli ultimi turni possano anche disputarsi più avanti. In Inghilterra, ad esempio, la Premier si è appena detta disposta a concludere il torneo ‘19-20 a fine luglio e cominciare il ‘20-21 l’8 agosto con una continuità senza precedenti: del resto i club hanno dato tutti tre settimane di ferie ai loro tesserati, molti dei quali - per inciso - non gradiscono affatto il taglio dello stipendio. Meglio bruciare un’estate che un intero sistema.

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