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“Il calcio che l’Italia si merita”, tutte le parole dei protagonisti

Un forum per fare il punto sulla crisi finanziaria e di risultati che affligge l’economia sportiva più importante del Paese e individuare le strategie per il rilancio

12:23 - Demetrio Albertini: "In questa discussione siamo partiti dalla Nazionale che non si è qualificata al Mondiale e in giro per le strade non ho mai sentito 'ma perché non hai messo Baggio, Signori, perché non hai convocato questo o quello?'. Per la prima volta i giocatori non solo erano i migliori, ma gli unici. Dovremmo ripartire da qui. Sul tempo effettivo, credo che l'unico dubbio sia in quale campionato si possa fare e in quale no, perché deve essere equiparata in tutte le federazioni. Decreto crescita, non so nello specifico quanto incida, ma abbiamo tante proprietà straniere, anche in Serie B. E trovano delle difficoltà nel poter prendere qualche giocatore italiano. Quindi occorre un ragionamento su situazioni di sistema. Poi, riaprire il mercato interno: le squadre di Serie A devono poter prendere giocatori di Serie B per valorizzarli. E per quanto riguarda le seconde squadre per me ci sono solo benefici. Lo fa l'Inghilterra, la Germania, la Spagna, la Francia. Manchiamo solo noi. Ne abbiamo la possibilità, ma non viene recepito. I giocatori Under 19 della Francia che hanno affrontato l'Italia pari età avevano totalizzato 315 partite, quindi arrivavano formati, con una formazione totalmente diversa. I nostri arrivano a 26. Tutti gli undici della Francia di quell'Europeo sono nella Serie A dei massimi campionati europei, noi ne abbiamo 3-4".

12:22 - Luigi De Laurentiis: "Bisogna saper copiare dai più bravi, avviene anche nel cinema. La priorità però è imparare a comunicare con i giovani, far capire loro il calcio. Ci sono differenze importanti tra generazioni e generazioni, anche di 5 anni in 5 anni. Quindi occorre trovare il linguaggio per comunicare con le nuove generazioni".

12:19 - Francesco Ghirelli, vice presidente della Figc: "Da un lato c'è una priorità di risanamento della crisi del calcio dal punto di vista economico e finanziario. Bisogna mettere in moto i meccanismi che possano metterlo in salvo. Nei dialoghi che abbiamo avuto sembrava fosse una sfida, quando in realtà bisognava remare tutti nella stessa direzione. Io credo che la priorità di tutti sia questa, poi i giovani, con infrastrutture materiali e immateriali. Quando si parla di decreto crescita è uno strumento che penalizza i giovani italiani, c'è bisogno di formare anche chi allena, chi segue i ragazzi, mettendo in campo un progetto che sia di sistema. Se non si torna a ragionare a sistema rischiamo altri episodi come il Palermo".

12:16 - La priorità adesso per Lorenzo Casini: "Mi pare evidente che su Var a chiamata e tempo effettivo la posizione sia favorevole da parte di tutti e sarei un folle a dire diversamente dopo aver ascoltato i pareri di Capello e Ancelotti. Diverso il discorso per i playoff. Il Var a chiamata potrebbe avere degli effetti positivi in Italia, ma non può essere usato sempre come ha sottolineato Carlo Ancelotti. La priorità emerge da Bertolini e Capello: è culturale. Ed è un problema del Paese. Non c'è una cultura della programmazione nel medio e lungo periodo. Non pretendo che venga fatto a livello politico, ma nel calcio ci possiamo provare. La comparazione è fondamentale: ci sono tanti Paesi che hanno fatto cose eccellenti. Doveroso guardarli e provare e replicarli per migliorare il calcio italiano. Su playoff e playout ci si potrà ragionare più avanti. Con tutti i problemi che abbiamo in ballo, non è la priorità. Hanno pro e contro. Il pro è la spettacolarizzazione e un contro che riguarda la regular season. Sono cose che vanno costruite anche culturalmente".

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