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I meriti del Pisa e i limiti della Strega: il calcio presenta il conto

LaPresse

Il miglior piazzamento in campionato (3º posto contro il 7º dei giallorossi) premia D'Angelo. Il Pisa batte il Benevento di Caserta e va in finale: dopo 30 anni può sognare davvero la A. Stasera l'altra finalista: il Monza può anche perdere contro il Brescia che ha bisogno di un successo con due gol di scarto per eliminare Stroppa

DUELLO PER LA FINALE - Forse era scritto. Ma anche no. Il Pisa approda con merito in finale per qualità proprie evidenti e per l’incapacità del Benevento di fare la stessa cosa. Alla fine risulta striminzita la vittoria dell’andata che non è bastata a garantire di giocarsi l’ultimo posto per la promozione dopo un campionato indecifrabile e incerto non solo per la compagine sannita che, tuttavia, in quelle sue indecisioni irrisolte è restata fatalmente impigliata. La Strega non ha mai sfruttato a pieno le proprie potenzialità che avevano fatto parlare di una corazzata destinata a tornare subito in A. Le 4 sconfitte nelle ultime 5 giornate della stagione regolare hanno amplificato questo limite, oscurando anche il tanto di buono fatto da Caserta. Spiegare l’incapacità a completarsi di una squadra oggettivamente forte, troppo forte, è il primo passo per ripartire. Perché se vincere non è mai scontato e non è semplice per nessuno, nemmeno se hai calciatori che sono un lusso in B per qualsiasi altra società, è anche vero che perdere così è amarissimo. Bisognava provarci con più convinzione e maggiori energie che a un certo punto sono sembrate evaporare, vedendo una Strega condizionata da un approccio timido, timoroso, a una gara difficile da giocare e mentalmente complicata a prescindere.

I MERITI DEL PISA - Onore al merito, però. Che nel caso del Pisa non è circoscrivibile solo alla doppia sfida di questa semifinale, due gare terminate con l’identico risultato. Toscani premiati dal miglior finale di stagione e da quel 3º posto in campionato contro il 7º dei giallorossi. Ma se Luca D’Angelo è stato per ben 26 giornate virtualmente promosso, tra le prime due in vetta per 2.493 minuti (nessuno ha fatto meglio) e capolista solitario per 14 turni, 1305 minuti totali, qualcosa pure significherà. I frutti di questo lavoro - che parte dalla promozione di tre anni fa e affinato con tre ottimi campionati, sono emersi puntuali anche ieri all’Arena Garibaldi, tornata a popolarsi come nei giorni migliori. Intensità, organizzazione, dinamismo sono state le armi letali della squadra nerazzurra patite da Letizia e compagni come altre grandi nella stagione regolare. Pisa spera così di tornare in A dopo oltre 30 anni. Meritatamente.

STROPPA O CORINI? - Ora sulla sua strada ci sarà una tra Monza e Brescia che questa sera incroceranno i propri destini dopo il blitz di Stroppa all’andata. Corini prova a cambiare l’inerzia di una contesa che nessuno può permettersi di considerare già risolta. I brianzoli perché dovranno dimostrare a Berlusconi che la A non è di nuovo una chimera. I bresciani per dare forza alla scelta di Cellino di cambiare Inzaghi sul viale del traguardo. Un colpo di teatro o una fatalità? La risposta all’U-Power Stadium. Intanto il Pisa studia l’avversario: la lotta promozione è appena iniziata!

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