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Abbattista attacca l’Aia: “Non vogliono far parlare gli arbitri, mi volevano fuori”

Abbattista attacca l’Aia: “Non vogliono far parlare gli arbitri, mi volevano fuori” LAPRESSE

L'ex direttore di gara torna a parlare dopo la recente intervista a Le Iene: i dettagli

L'ex arbitro di Serie A Eugenio Abbattista torna all'attacco. Dopo aver raccontato la sua verità sui motivi delle dimissioni dall'Aia in una lunga intervista a Le Iene il fischietto è tornato sull'argomento all'interno della trasmissione “A Tutto Sport” su Cusano News 7: "Non mi è stata concessa autorizzazione scritta per poter chiarire la mia posizione dopo i servizi della trasmissione Le Iene che gettavano ombre sulla mia permanenza e sull’organico degli arbitri. Il motivo? Andrebbe chiesto a chi ricopre ruolo dirigenziali nell’associazione degli arbitri. È aberrante che non vengano concesse delle autorizzazioni. La sensazione negli ultimi anni è stata che fossi scomodo e che mi volevano più fuori che dentro l’Aia. Non potevano stare in un luogo dove si violano i diritti costituzionali di una persona, mi inquietava accettare determinate metodologie”. Sul non far parlare gli arbitri invece: “Bisognerebbe per prima cosa capire se è utile o meno, comodo o no. Non c’è volontà di far parlare gli arbitri perché aumenterebbe l’imprevedibilità per un sistema che non dovrebbe temere nulla, dovrebbe esser un ambiente limpido sulle regole. Un arbitro non deve aver paura dell’effetto sorpresa. Chi teme le sorprese è perché si sente scoperto”.

"La classe arbitrale dovrebbe essere più trasparente"

Abbattista chiarisce poi il tema dei rimborsi taroccati: “Quanto guadagna un arbitro è storia nota, anche sui diritti d’immagine e i gettoni di presenza. Gli arbitri vengono pagati 70/80 giorni dopo una gara e questo naturalmente non dà serenità. La falsificazione dei titoli di viaggio è un reato ed è stato commesso. La sensazione è che dovevano pagare molti di più. La classe arbitrale dovrebbe essere più trasparente nel rispetto delle regole, questo silenzio assordante mi fa capire che non c'è questa volontà di mettere tutto in trasparenza. I soldi erogati derivano da soldi statali, sono soldi di tutti. Mettiamo in chiarezza tutto, le trasferte, i rimborsi e se è tutto ok allora potremmo dire che gli arbitri sono stati precisi e corretti. Sono fiducioso e penso che qualcosa cambierà a breve per ripristinare la legalità, la moralità e il corretto utilizzo dei soldi dei cittadini”, ha concluso l'ex arbitro.

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