MILANO - Un calciatore atipico, lontano dallo stereotipo, un Atleta di Cristo che ha svelato la sua esperienza nella sua famosa biografia. L’ex difensore della Juventus e della Nazionale Nicola Legrottaglie torna a parlare sulle colonne del Corriere della sera e rinnova il suo legame religioso. “Prego e leggo la Bibbia - sottolinea - da piccolo mia madre mi portava a Messa e a catechismo, poi sono uscito dal binario. Ma ho ritrovato la fede quando mi sono trasferito al Siena, quando il centravanti paraguaiano Tomás Guzmán mi ha avvicinato agli Atleti di Cristo”.
Legrottaglie, la deriva e il ritorno alla fede
"Quando ero nella Juve mi sentivo in dovere di fare certe cose per non apparire come uno sfigato - ammette l'ex calciatore - volevo impressionare, andare dalle ragazze, portare a casa numeri di telefono. Oggi sono cambiato, faccio ciò che mi fa stare bene. Ho conosciuto mia moglie a Milano, a un evento cristiano. Abbiamo praticato l’astinenza, l’atto sessuale dev'essere visto come qualcosa che porta beneficio senza essere inquadrato in un ordine prestabilito. Funziona come con il caffè: è buono, ma se ne bevi sei al giorno fa male. Chi usa il sesso in maniera sconsiderata poi ne paga le conseguenze”.
Legrottaglie e il mancato arrivo alla Roma
L’ex difensore nel 2003 fu a un passo dalla Roma di Fabio Capello. “Era l'estate del 2003, ero in vacanza al mare - racconta Legrottaglie - la sera avevo trovato l'accordo con la Roma di Sensi, ma la mattina seguente i dirigenti del Chievo trovano l’intesa con la Juventus. Il mio procuratore mi chiama e mi dice di andare subito a Torino. Ero in spiaggia, andai subito in aeroporto. Quando arrivo in sede a Torino, entro in ufficio e mi trovo davanti Moggi, Giraudo e Bettega: loro mi salutano e mi portano direttamente davanti ai giornalisti per la presentazione ufficiale. Non ebbi il tempo neanche di cambiarmi: da 25 anni vengo massacrato per quelle foto”.