Cono, linee, traiettorie. Non è una lezione di fisica/geometrica ma quello che avviene per giustificare, interpretazione (e non regolamento) alla mano, la rete di Arnautovic in Inter-Lazio di Coppa Italia. L’AIA, ieri, in maniera solerte, ha fatto sapere (attraverso Sky) che la rete è da considerarsi buona perché: a) Mandas non avrebbe potuto parare il pallone, vista la balistica del tiro, e quindi De Vrji non può avergli impedito nulla; b) De Vrji è abbastanza lontano da Mandas da non interferire con lui; c) il pallone passa lontano da De Vrji, così da ritenere la posizione del difensore nerazzurro non punibile. Tutto questo per aver recepito le indicazioni che arrivano dalla Fifa e dalla Uefa (ieri proprio il board di Rosetti ha analizzato l’episodio, come fa quando capita qualcosa di fuori dal comune, in maniera da mettere poi a disposizione degli arbitri Uefa i giusti strumenti per giudicare): per entrambe, ovviamente, la rete non è da annullare. Per corroborare la tesi, è stato filtrato anche che la rete di Juve-Empoli fu giudicata buona nonostante la posizione di Cacace davanti a Di Gregorio. Tutto chiaro, quindi? Mica tanto.
Regole, non opinioni
Perché le interpretazioni ad una regola, in questo come in altri casi, rischiano di snaturare la regola stessa. Anzi, l’hanno completamente stravolta. L’architrave nella valutazione del fuorigioco è la parola inglese (perché come insegnava un grandissimo arbitro del passato, meglio leggere il regolamento in inglese per capirne a pieno l’essenza, le traduzioni spesso portano fuori strada) «interfere», cioè interferire. È punibile la posizione di un giocatore che «interferisce» con gioco, avversario, pallone. Torniamo alle spiegazioni fornite dall’AIA, meglio, da Rocchi (CAN) circa il fuorigioco di De Vrij: chiediamo, come può non essere interferente la posizione di un giocatore piazzato davanti al portiere tanto da costringere quest’ultimo a spostarsi (attenzione, non solo con la testa, ma anche con le gambe, cambiando appoggio, basta chiedere ad un portiere qualsiasi cosa cambia nella spinta e nel tentativo di parata avere un appoggio sbagliato) per cercare di vedere da dove parte il tiro.
Contestazioni
Non solo, ma anche la distanza dal portiere - se è opinabile la regola - diventa oggetto di discussione: se - e lo disse lo stesso Rocchi in autunno - dentro l’area di porta un fuorigioco è sempre impattante (o interferente), bisogna considerare che se De Vrij è un paio di passi lontano dalla linea dell’area piccola, lo stesso può dirsi di Mandas, un paio di passi lontano dalla linea di porta. Dunque? Ancora, è un’opinione (fra l’altro posticipata nella sua valutazione) l’imparabilità o meno di un tiro e se diventa derimente la sua traiettoria, perché non può esserlo l’impossibilità (o la difficoltà) di un portiere nell’effettuare la parata vista la (questa volta certa, non è interpretabile) posizione davanti a lui di un avversario? E per chiudere, il fuorigioco di Cacace davanti a Di Gregorio in Juve-Empoli? Posto che sono gli stessi arbitri a dire che non c’è episodio uguale all’altro, in quel caso Di Gregorio aveva una parte di visuale libera, lo testimoniano le immagini e lo supporta il tentativo di parata del n. 1 bianconero, con il pallone che gli passa sotto le gambe.
Controvar
Il problema resta sempre lo stesso: si sta facendo di tutto per depotenziare il VAR, per renderlo innocuo e inoffensivo. Davanti al monitor, qualsiasi immagine è «chiara ed evidente», così come gli eventuali errori. Dunque, perché non utilizzarlo? Perché aggrapparsi alle opinioni invece di far valere una regola? Esemplifichiamo: la spinta di Luperto a Vlahovic in Cagliari-Juve era rigore e probabilmente rosso per il difendente. Riconosciuto da tutti (arbitri compresi), eppure tutti si sono nascosti dietro il protocollo. Pensate se il Cagliari avesse pareggiato... E pensate lo stesso episodio in Napoli-Inter, sabato pomeriggio (a proposito, ricordate cosa successe all’andata? Il rigore....). La demonizzazione del VAR è controproducente, pensate se Chiffi avesse richiamato Fabbri al VAR per far valutare a lui la punibilità della posizione di De Vrij. Perché lo dice (anche in questo caso) la regola. Non l’opinione...