Stefano Pioli ricorda commosso Davide Astori, scomparso improvvisamente per un attacco cardiaco il 4 marzo di sette anni fa, quando l'attuale allenatore dell'Al-Nassr e il compianto difensore erano entrambi alla Fiorentina: "È impossibile dimenticare il 4 marzo, come è impossibile non avere ricordi positivi di Davide - le parole di Pioli a Sky Sport 24 - ricordo la sua serenità, accompagnata dalla sua passione di voler condividere insieme un percorso, era un ragazzo fantastico con il quale ho avuto la fortuna di condividere qualcosa di importante che ha lasciato sicuramente un segno in tutti noi che l'abbiamo conosciuto".
Il tatuaggio per Astori
Pioli ha anche un tatuaggio dedicato ad Astori, DA13: "Davide è dentro di me non solo per questo simbolo, ma perché ho subito capito che era un capitano incredibile, è una persona eccezionale con la quale potermi confrontare reciprocamente sempre per un obiettivo comune che era il bene della squadra, anche con confronti molto diretti. La sua passione, il suo entusiasmo, la sua serenità erano qualcosa di contagioso che ha lasciato dentro di noi qualcosa di importante che abbiamo cercato di portare avanti sempre. Proprio stanotte ci siamo sentiti e messaggiati con tantissimi suoi ex compagni perché i valori che aveva Davide cerchiamo di portarli dentro di noi e di trasmetterli alle altre persone".
Astori capitano della Fiorentina
Pioli spiega perché scelse Astori come capitano della Fiorentina nell'estate del 2017: "In quella squadra c'erano due personalità spiccate, intelligenti, consapevoli e disponibili che erano lui e Milan Badelj. Ho scelto Davide parlando con entrambi loro, gli ho dato fiducia perché conosceva tutto quello che c'era da fare. Dal primo incontro con lui ho avvertito sensazioni molto positive. È un ragazzo che affrontava tutto con serenità, determinazione, cultura e spessore. In un gruppo di 50-60 persone ci sono sempre delle difficoltà da risolvere e lui era sempre il primo a metterci la faccia per trovare delle soluzioni. È stata subito immediata la sensazione di aver trovato un capitano vero, forte, responsabile, presente, un capitano sorridente e questa era la bella faccia di Davide. Cosa mi è rimasto di Davide? Il suo sorriso accompagnato alla sua determinazione. Avevo un ufficio davanti al quale i miei giocatori erano obbligati a passare quando andavano a fare colazione e lui era sempre il primo ed era sempre positivo. Era fiducioso anche quando le cose non andavano bene. Anche quando un allenamento o una partita poteva essere migliore mi diceva ' vedrà mister che domani andrà meglio, vedrà che parlerò con Tizio e con Caio e sistemiamo tutto. Mi resta anche la sua positività e la sua responsabilità nei confronti di tutti".
La ripartenza dopo la morte di Davide
Pioli racconta poi come è ripartita la squadra della Fiorentina dopo la morte del suo capitano: "È stato molto difficile e complicato perché abbiamo vissuto una situazione inimmaginabile, però ci siamo fatti forza l'uno con l'altro ricordando i valori che Davide aveva espresso nel nostro gruppo e quindi abbiamo superato le difficoltà tutti insieme, provando a portare avanti quell'esempio che lui ci aveva sempre dato. Ci siamo riusciti soffrendo tantissimo perché andare tutti i giorni al centro sportivo e non trovare Davide è stato qualcosa di davvero doloroso, ma l'abbiamo fatto per lui".