È morto all'ospedale di Gorizia Bruno Pizzul, storico telecronista della Rai e figura importante del giornalismo sportivo italiano. Avrebbe compiuto 87 anni tra pochi giorni. Nato a Udine l'8 marzo 1938, laureato in Giurisprudenza, Pizzul è stato il commentatore delle partite della nazionale dal 1986 fino al 2002, continuando poi a collaborare e a commentare le vicende calcistiche e sportive per la Rai e per altre emittenti. Nel 2022 era tornato su Dazn, con una piccola rubrica. Negli ultimi anni era tornato a vivere nel suo Friuli, terra alla quale era molto legato.
La carriera di Pizzul
Dopo una discreta, ma breve, carriera da calciatore professionista (stopper con Pro Gorizia, Catania, Ischia, Udinese e Cormonese), interrotta per un infortunio, Pizzul era stato assunto in Rai nel 1969 e l’anno seguente commentò la sua prima partita (Juventus-Bologna, spareggio di Coppa Italia). Dalla Coppa del Mondo del 1986 è diventato la voce delle partite della nazionale al posto di Nando Martellini ed è stato il telecronista delle gare degli azzurri in occasione di cinque Campionati del Mondo e quattro Campionati Europei, congedandosi nell’agosto 2002 (Italia-Slovenia 0-1).
Il Mondiale stregato
Non aveva timore di ricordare, con un po' di rammarico, che aveva iniziato a seguire l'Italia ai Mondiali dopo il titolo del 1982 e l'aveva lasciata prima del trionfo nel 2006. Alle telecronache (anche delle squadre italiane nelle coppe) ha affiancato la conduzione di Domenica Sprint, Sport Sera e poi della Domenica Sportiva. Il 29 maggio 1985 fu il telecronista della finale della Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool quando ci fu la strage dell'Heysel con 39 morti: “È stata la telecronaca che non avrei mai voluto fare - ha raccontato - non tanto per un discorso di difficoltà di comunicazione giornalistica, ma perché ho dovuto raccontare delle cose che non sono accettabili proprio a livello umano”. Era andato in pensione nel marzo 2003. Negli ultimi tempi continuava a gestire una rubrica di calcio sul quotidiano friulano Messaggero Veneto e collaborava con altre testate anche televisive e radiofoniche.