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Mbappé, fischi e polemiche: la Champions resta un miraggio. E il perfetto puzzle Real con lui...

Mbappé, fischi e polemiche: la Champions resta un miraggio. E il perfetto puzzle Real con lui... Getty Images
Il francese, arrivato la scorsa estate, dalla stampa e i tifosi viene visto come ora un bug nel sistema perfetto di Ancelotti

Difficile parlare di crisi o problema per uno che ha segnato 33 gol in questa stagione. Ma alle latitudini del Real Madrid i numeri non bastano. Servono i trofei e al momento la squadra di Ancelotti ha detto addio alla Champions e vede molto arduo pure il discorso in Liga. Sul banco degli imputati sale anche sua maestà Kylian Mbappé, che in estate aveva lasciato il Psg per approdare al Real con l'obiettivo di vincere al più presto la Champions League. E invece in semifinale, ieri, ci sono andati i suoi ex compagni. Il talento francese resterà a guardare, ed ascoltare le critiche della feroce stampa spagnola che già lo individua come "guasto in una macchina che era perfetta" e come "capriccio di Florentino Perez". 

Fischi e polemiche, Mbappè conosce la crisi

Perché la squadra di Ancelotti lo scorso anno sembrava davvero imbattibile e aveva trovato il perfetto equilibrio con Bellingham, Vinicius e Rodrygo. Ma l'arrivo di un fenomeno come Mbappé può essere un problema? Per i tifosi del Real sì, o almeno per alcuni di loro.  Così ieri sera, nel mezzo della seconda disfatta con l’Arsenal e forse anche a causa della folle espulsione rimediata in campionato contro l’Alaves, sono arrivati i primi fischi.  Già, i tifosi sembrano aver proprio scaricato l’attaccante francese arrivato la scorsa estate dopo essersi liberato dal Paris Saint-Germain. Sostituito al 74′ per infortunio, l’uscita del campo del classe 1998 è stata accompagnata dai fischi piovuti dal tempio madrileno. Anche gli dei cadono, o almeno inciampano.

L'incomprensione sul ruolo: paga anche Bellingham 

Ma alla base della "crisi" di Mbappé c'è anche l'eterna incomprensione sul ruolo. L'ex Psg ha sempre dato il meglio di sé remando lungo la corsia esterna di sinistra. Non ha i movimenti e la testa da centravanti puro. Non è Lewandowski, per intendersi. Vuole spazio per liberare la corsa, esaltarsi nel dribbling e poi puntare la porta, in profondità o accentrandosi. Il problema è che su quella corsia imperversa, da tempo, Vinicius. Così Ancelotti è stato chiamato a interscambiarli.  Inserire Mbappé in un puzzle perfetto, che ha permesso il primo giugno scorso ai Blancos di alzare la Coppa dei Campioni/Champions numero 15 e a Carlo Ancelotti la quinta da coach, ha rotto qualcosa. Il primo a pagare il prezzo è stato l’inglese Jude Bellingham, costretto a cambiare compiti e posizione: la scorsa stagione ha firmato 23 gol in 42 match, oggi ne ha 10 in meno. A ruota, anche Valverde è costretto ad affrontare talvolta mari sconosciuti: fuori due. I media spagnoli hanno puntato l’indice sul francese come maggior responsabile del disastro: vero o sbagliato che sia – in uno sport complesso come il calcio difficile credere alla tesi dell’unico colpevole –, lo scenario a Madrid è questo. 

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