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In Argentina il processo Maradona: ecco tutto quello che c’è da sapere

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In Argentina il processo Maradona: ecco tutto quello che c’è da sapere EPA
Sette gli indagati e accusati di omicidio colposo: rischiano fino a 25 anni

Attesissimo, discusso, controverso. Il processo per la morte di Diego Armando Maradona sta facendo parlare di sé non solo in Argentina, dove l’attenzione per il caso è quasi maniacale, ma in tutto il mondo. Morto il 25 novembre del 2020 in un appartamento di Tigre, vicino Buenos Aires, a causa di un arresto cardiorespiratorio, solamente cinque anni dopo è potuto cominciare un processo, le cui accuse nei confronti degli imputati – gli operatori sanitari incaricati delle cure a Maradona – erano state formalizzate nel giugno del 2022. Dunque dall’11 marzo a San Isidro non si parla d’altro per un procedimento destinato a durare diversi mesi.

Maradona, chi è imputato nel processo

Nel processo sono imputate sette persone: dal neurochirurgo e medico personale di Maradona alla psichiatra che prescrisse i farmaci che l’ex dieci del Napoli assunse fino al momento della sua morte, passando per lo psicologo che gestì il trattamento per la dipendenza da alcol, i due incaricati di tenere sotto controllo il ricovero domiciliare, il coordinatore del personale infermieristico e l’infermiere che si occupava delle cure notturne. Quando Maradona morì, infatti, si trovava in ricovero domiciliare dopo che due settimane prima era stato dimesso da una clinica di La Plata dove era stato sottoposto a un intervento per rimuovere un’emorragia cerebrale tra due meningi. Pochi giorni dopo la morte, i procuratori argentini avviarono un’indagine sugli operatori sanitari incaricati delle cure e l’accusa dalla quale si difendono è quella di omicidio colposo, rischiando così una condanna che può andare dagli 8 ai 25 anni di carcere. Stessa accusa per un’ottava persona, un’infermiera che ha chiesto, come prevede la legge argentina, di essere processata separatamente da una giuria popolare.

Maradona, l’autopsia e lo sfogo della figlia Dalma

Durante il processo, per la prima volta sono stati pubblicati i risultati dell’autopsia, nella quale i due medici legali che la eseguirono individuarono nella la causa della morte un edema polmonare acuto con insufficienza cardiaca e cardiomiopatia dilatativa. In sostanza una patologia cardiaca che “non sarebbe dovuta esser curata a casa”; la testimonianza dell'esperto forense Carlos Mauricio Cassinelli, che durante l'udienza avrebbe affermato che la morte di Maradona non è stata né improvvisa né inaspettata. “É quindi da escludere, in base a quanto rilevato, che ci fossero tracce di alcol, cocaina, marijuana, MDMA, Ecstasy o anfetamina", ha invece affermato il biochimico ed esperto forense Ezequiel Ventos. Ma l’ultimo “colpo di scena” di un processo che continuerà a far parlare di sé arriva dalle parole di Dalma, la figlia di Maradona, durante una delle ultime udienze. “lo tenevano in un posto che puzzava di urina - la sua deposizione -. Un posto disgustoso, nessun essere umano avrebbe dovuto trovarsi in un luogo così, figuriamoci mio padre nelle sue condizioni di salute". Una denuncia che ha scosso l’Argentina, capace di amare di Diego come il familiare più caro.

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