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Vladyko: "La Uefa ha rifiutato la richiesta di un minuto di silenzio per i civili uccisi"

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Vladyko: "La Uefa ha rifiutato la richiesta di un minuto di silenzio per i civili uccisi" EPA
Le parole del presidente della Federazione ucraina di futsal: "Rifiutarsi di riconoscere questa perdita non è neutralità, è silenzio di fronte all'ingiustizia"

Il presidente della Federazione ucraina di futsal, Serhiy Vladyko, ha fatto sapere, con estremo dispiacere, che la Uefa non ha accettato di far osservare un minuto di silenzio per l'ennesima strage in Ucraina. Queste le sue parole: "Abbiamo chiesto ufficialmente al team operativo della UEFA di osservare un minuto di silenzio prima delle partite. In memoria dei civili uccisi durante i recenti attacchi russi a Kryvyi Rih e Sumy. Il 4 aprile 2025, un attacco missilistico russo a Kryvyi Rih ha causato la morte di 20 persone, tra cui 9 bambini, e 70 feriti. Il 13 aprile 2025, un altro attacco a Sumy ha ucciso 35 persone, tra cui 2 bambini, e ferito 117 persone, tra cui 15 bambini. Si è trattato di atti terroristici brutali che hanno profondamente colpito la nostra nazione. La motivazione era profondamente umana: onorare la loro memoria e ricordare alla comunità internazionale il continuo costo umano dell'aggressione russa. La Uefa - ha aggiunto -  ha ufficialmente respinto la nostra richiesta di un minuto di silenzio, citando la sua politica secondo cui i momenti di silenzio sono approvati solo quando esiste un legame diretto e recente con la squadra. Nonostante i nostri sforzi per spiegare il contesto, la richiesta è stata respinta. Hanno sottolineato che era stata fatta un'eccezione durante la stagione 2022/23 e che non sarebbero state concesse ulteriori deroghe". Vladyko ha poi aggiunto: "Rispettiamo il regolamento UEFA, ma siamo profondamente in disaccordo con la decisione. In un momento in cui persone innocenti, compresi bambini, stanno morendo a causa della guerra in corso, deve esserci una linea di demarcazione in cui le regole cedono il passo all'umanità. In un Paese che soffre quotidianamente le conseguenze dell'aggressione russa, momenti come questi non sono simbolici: sono reali, dolorosi e riflettono la nostra realtà. Onorare le vittime del terrorismo è una questione di empatia e solidarietà. Rifiutarsi di riconoscere questa perdita sulla scena internazionale non è neutralità, è silenzio di fronte all'ingiustizia". Inevitabile chiedere come abbiano reagito i giocatori: "Vorrei sottolineare che la nostra nazionale di futsal è la medaglia di bronzo in carica della Coppa del Mondo. Questi giovani hanno conquistato il terzo posto nel mondo mentre il loro Paese è in guerra e noi siamo incredibilmente orgogliosi di loro. I nostri giocatori sono scesi in campo senza bambini, ma con dei giocattoli, un gesto simbolico: quei bambini che sono morti non potranno mai più camminare mano nella mano con i nostri atleti o con i loro genitori. Le squadre ucraine e rumene hanno concordato di osservare un minuto di silenzio dopo il calcio d'inizio, un piccolo gesto umano di solidarietà che è andato oltre il protocollo ufficiale. Questo gesto di unità è stato sostenuto dai media e dalle squadre rumene, e siamo grati per la loro comprensione e solidarietà. Ha dimostrato che, al di là dei regolamenti, la comunità calcistica è ancora unita nei momenti di dolore e di ricordo".

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