La festa a sorpresa per gli 80 anni di Massimo Moratti è diventata virale in poche ore. Perché i figli hanno invitato tanti - ma davvero tanti - ex giocatori e allenatori dell'Inter e tutti, impegni permettendo, sono andati nella residenza della famiglia a Imbersago, nel lecchese. Moratti è stato un grande presidente (l'Inter del Triplete, su tutto) ma soprattutto era ed è una persona straordinaria, amatissima da tutti quelli che hanno lavorato con lui. E allora i suoi ragazzi, da Vieri a Ronaldo fino a Pirlo (impossibile citarli tutti, ma qui c'è una gallery con tante immagini) hanno risposto presente e, sui social, hanno raccontato un pomeriggio da ricordare. Il web si è scatenato soprattutto perché è comparso un ex calciatore greco, vestito di chiaro, con capelli corti e baffetti, che in tanti hanno faticato a riconoscere. Ci ha pensato Marco Materazzi a svelare l'arcano: è Lampros Choutos. Chi è? Per i giovanissimi agevoliamo il ritratto.
Lampros Choutos, chi è l'ex calciatore greco diventato virale
Arriva in Italia a 16 anni, scovato dagli osservatori della Roma. La sua storia, seppur brevemente, si incontra con quella di un altrettanto giovanissimo Francesco Totti. Choutos è del 1979, Francesco, all'epoca per tutti "Checco", è invece del 1976. Fa l'esordio in Serie A 29 anni fa, il 20 aprile 1996, Roma-Napoli 4-1, ultimi mesi di Roma di Mazzone e Giannini, non due nomi a caso. C'erano, in quella squadra lì, Totti e Delvecchio (che fece tripletta), mentre i "gemelli" Balbo e Fonseca non erano disponibili. Questo, viste le regole di allora, aveva permesso a Mazzone di portare il panchina il giovane Choutos perché all'epoca potevano giocare solo tre stranieri per squadra. La sentenza Bosman (15 dicembre 1995) c'era stata pochi mesi prima, ma il mondo del calcio non sapeva - o forse sì - che la rivoluzione sarebbe arrivata di lì a poco. Tornando a Choutos, non era quasi mai preso in considerazione perché Aldair era il punto di riferimento, Balbo, Fonseca e Thern (sottovalutatissimo centrocampista svedese) si giocavano gli altri due posti. Era considerato un fenomeno, ma il posto per lui non c'era mai. Magari perché fenomeno proprio non era, anche se chi lo vedeva in allenamento ne parlava davvero benissimo e si facevano paragoni continui con Totti. La storia ha, evidentemente, detto altro. Choutos divenne il più giovane straniero a esordire in A (record che gli fu poi tolto da Bojinov) ma dopo Mazzone né Carlos Bianchi né Zeman vollero puntare su di lui. Il Romanista, qualche anno fa, ne ha raccontato così la parabola: "Passarono tre anni e mezzo tra i 5' fatti al posto di Totti nel 1996 e i 6' al posto di Montella nel 1999, Piacenza-Roma 1-1, prima partita della gestione Capello, che lo preferì a Fabio Junior. Subentrò anche con la Juventus, a gennaio andò via: aveva iniziato a segnare a raffica anche con l'Under 21 greca (con cui ha la media stellare di 15 gol in 10 partite), e l'Olympiacos offrì 10 miliardi, tanti per un giocatore che aveva 3 sole presenze in A. A fine carriera saranno 14, senza neanche un gol: in Grecia si ruppe il crociato, vinse 4 scudetti di fila, segnò al Manchester United in Champions, arrivò in Nazionale, e convinse l'Inter a riportarlo in Italia, 24enne, a parametro zero". Ecco spiegata, quindi, la sua presenza alla festa degli 80 anni di Moratti.
Choutos, da Totti all'Inter: la sua storia
Come andò all'Inter? Stessa storia, vorrei ma non posso. Andò in prestito all'Atalanta, al Maiorca e alla Reggina, tornò in Grecia e fece 10 gol col Panionios, a 29 anni finì ad Avezzano, per giocare in C con la Valle del Giovenco, un anno dopo il club fallì, lui rimase svincolato e lasciò il calcio professionistico. L'unica gara di A con l'Inter gli bastò per essere convocato dalla formazione delle Leggende, con cui segnò il 2-2 al Bernabeu, contro il Real di Figo e Zidane. Le altre due le giocò in Coppa Italia ma, nel curriculum, può mettere comunque il titolo di Campione d'Italia. Oltre a rapporti ottimi con chiunque lo abbia mai conosciuto. E oggi? Sembra che abbia coltivato la passione per la lotta, facendo anche kickboxing, e lavora come manager nello sport. L'Italia gli è rimasta nel cuore, soprattutto Franco Sensi e Massimo Moratti, due presidenti che, fino all'ultimo, hanno creduto in questo ragazzo greco frenato da infortuni e, forse, da un calcio mai davvero adatto a lui.