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L'operazione al polmone di Diogo Jota che gli ha impedito di volare: che cosa è e come si cura, parla il suo fisioterapista

Sembra uno scherzo del destino, eppure proprio l'intervento cui si era sottoposto il giocatore è risultato decisivo per la tragedia

Solo il destino è in grado di tirarti degli scherzi così crudeli. Più passano le ore dalla tragica scomparsa di Diogo Jota e del fratello André Silva e più si compongono i tasselli che vanno a comporre un mosaico impossibile da immaginare e che pure ha semplicemente dato una spiegazione all'inspiegabile. Già, perché banalmente Diogo e il fratello André non sarebbero dovuti essere lì, su quel maledetto tratto di autostrada, diretti a San Sebastian, per imbarcarsi con rotta Sud dell'Inghilterra e poi raggiungere Liverpool, per consentire a Jota di mettersi a disposizione dei Reds di Slot in vista di una nuova ambiziosa stagione tutta da vivere. Se Diogo non si fosse dovuto sottoporre ad una banale operazione per risolvere una lesione polmonare, avrebbe preso l'aereo. E sarebbe ancora vivo.

Aereo sconsigliato per 6 settimane

Quel fatale viaggio in auto, insomma, non ci sarebbe mai stato se Diogo non avesse affrontato a fine stagione un intervento chirurgico programmato di concerto con il Liverpool, per risolvere uno pneumotorace, ovverosia l'accumulo di aria tra polmone e pleura, non raro per gli atleti che praticano sport di contatto. Operazione ormai banale e senza postumi, se non per la raccomandazione di evitare di viaggiare in aereo per almeno sei settimane a causa dei potenziali rischi legati alle variazioni di pressione. Crudele ma vero, è tutta qui la spiegazione della presenza di Diogo Jota e del fratello Andrè Silva su quel maledetto tratto di autostrada.

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