Lo sport come via unica di unione e inclusione, questa è l'iniziativa portata avanti da Open Milano ASD, che ha voluto dare un segnale chiaro contro la discriminazione di qualunque genere e tipo all'interno della società moderna, usando il calcio come strumento per la lotta all'esclusione delle categorie più deboli.
Te lo do io il Qatar, di cosa si tratta
Gli ultimi Mondiali di calcio maschile hanno evidenziato le forti criticità che caratterizzano il mondo del calcio moderno: le discriminazioni di genere, la marginalizzazione e invisibilizzazione delle soggettività LGBTQIA+, lo sfruttamento del lavoro migrante e i morti nei cantieri, il divario economico, il razzismo istituzionale e sistemico, oltre alla dominazione degli interessi economici privati a discapito dello sport e alla corruzione dilagante. In risposta ai mondiali, Open Milano ASD (openmilanocalcio.it) porta sul territorio meneghino tre appuntamenti per la promozione dello sport come mezzo per il miglioramento del benessere psicofisico di tutt* e come strumento di inclusione sociale, ridando al calcio la dimensione di disciplina sportiva. “Te lo do io il Qatar” è un percorso in costruzione rivolto alla collettività, che parte da chi il calcio lo gioca nonostante l’attuale sistema semi-formale di selezione, con la collaborazione di molte realtà del territorio, tra le quali il Comune di Milano. In particolare, il progetto è pensato per (re)includere nel mondo dello sport le persone discriminate per il proprio genere (transgender, non-binary, genderfluid e tutte le persone che non si riconoscono nel sistema binario di assegnazione del genere alla nascita) e per il proprio orientamento sessuale. Il primo appuntamento sarà il 25 marzo 2023 con un torneo giornaliero di calcio a 5 allo Sport Promotion di Comasina (sport-promotion.it), con il patrocinio del Municipio 9 del Comune di Milano. A partire dalle 10:00 l’evento ospiterà un quadrangolare di calcio, con la partecipazione di tre squadre femminili e una squadra di altet* transgender. L’associazione ACET - Associazione per la cultura e l'etica transgenere, attiva sul territorio Lombardo, ha aderito all’evento e formerà una squadra di atlet* transgender, che andrà a sfidare il team di Ladysoccer, associazione sportiva che promuove e sviluppa il movimento del calcio femminile. A completare il quartetto, YouSport, associazione che lavora per “l’inclusione di chiunque sia fuori dal cerchio”, con particolare attenzione al tema della migrazione, e una squadra femminile rappresentativa del Comune di Milano. Alle 12:00 della stessa giornata, inoltre, prenderà il via un torneo a 20 squadre di calcio a 5 nella formula “open” (senza limiti di genere ed età) con quattro gironi all’italiana e una fase finale ad eliminazione diretta, con la collaborazione di UISP Milano. Nello spazio del centro sportivo saranno presenti, oltre al punto info e ristoro, il Milano Check Point per l’informazione e la prevenzione delle IST (Infezioni Sessualmente Trasmissibili), con un punto per eseguire i test rapidi per HIV e sifilide, con la presenza di consulenti e figure mediche di supporto. Sarà, inoltre, presente il CIG – Arcigay Milano con un info-point rivolto alle persone LGBTQIA+ e alle loro esigenze. Il torneo del 25 marzo vedrà al venerdì 24 un aperitivo all’HUG Milano per accogliere le squadre provenienti dalla città metropolitana di Milano e le squadre del circuito “un calcio all’omofobia” provenienti da Torino, Bologna, Firenze, Roma e Padova, oltreché una squadra francese di Lione. Il primo appuntamento del progetto “Te lo do io il Qatar” vuole affermare che il calcio è uno sport aperto a tutt* che promuove il benessere psicofisico e può assolvere al compito di favorire la socializzazione e contrastare la marginalizzazione. L’attuale sistema calcistico – che vede come massima espressione il mondiale di calcio maschile FIFA – sembrerebbe essersi dimenticato del ruolo dello sport nella vita delle persone, concentrandosi unicamente sugli aspetti di guadagno economico privato, allontanandosi dalla vita quotidiana delle persone comuni.