ROMA - Roberto Carlos è una leggenda del Brasile, del Real Madrid e della storia del calcio in generale. Nella sua esperienza all'Inter (terminata nel 1996 con il passaggio alle Merengues), però, non è riuscito a imporsi ed è stato quasi "costretto" a fuggire per evitare di compromettere la sua carriera. Il leggendario ex terzino sinistro della Seleçao lo ha raccontato sull'account Instagram della FIFA, con un'intervista in diretta in cui ha ripercorso le tappe principali della sua vita calcistica: "All'Inter alla fine mi hanno messo a giocare anche come attaccante. Il grosso problema è che nelle prime sette partite ho segnato sette gol. Quindi mi hanno spostato in posizione più avanzata e così ho sofferto molto. Ho parlato con il presidente per dirgli che non potevo giocare in quella posizione, perché poi ci sarebbe stata la Copa América e per essere convocato dovevo fare l'esterno. La cosa divertente è che quel giorno ci fu un incontro con Lorenzo Sanz e in dieci minuti ho rotto con l'Inter e firmato per il Real Madrid".
Roberto Carlos e il segreto di quella punizione storica
Una scelta fortunata per Roberto Carlos, che in Spagna ha iniziato una nuova fase della sua carriera, vincendo tutto quello che si potesse vincere. Un anno dopo è arrivato anche un gol leggendario, quello indimenticabile realizzato su calcio di punizione a Parigi nella partita tra Francia e Brasile: "La palla pesava poco e mi ha reso un po' più semplice quel tipo di esecuzione". A seguire c'è modo di parlare anche dei suoi avversari più complicati: "Joaquín, Eto'o e Figo. Quest'ultimo in particolare è il rivale più duro che abbia mai affrontato". Riguardo Neymar, infine, il connazionale pronostica un gran futuro: "Lui è un genio. Sta bene, è felice, rispettoso e segna, rimanendo umile al Psg. In futuro, ai Mondiali, potrebbe diventare il miglior giocatore del mondo".