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“Convivo con cateteri e radiazioni”: le parole di Van Gaal commuovono il mondo

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“Convivo con cateteri e radiazioni”: le parole di Van Gaal commuovono il mondo Getty Images

L'ex commissario tecnico dell'Olanda, da tempo alle prese con un brutto male, ha preso parte al documentario Always Positive

Una vita al servizio di schemi e calciatori, passando per il suo proverbiale taccuino e quel carattere apparentemente freddo, distaccato. Louis Van Gaal, però, è anche tanto altro. Soprattutto ora che sta affrontando la partita più importante, contro un brutto male. L'ex ct dell'Olanda, che in carriera ha guidato squadre importantissime come Barcellona e Manchester United, ha commosso il mondo del calcio attraverso il documentario "Always Positive", parlando della sua malattia.

Van Gaal racconta la malattia: "Convivo con radiazioni e cateteri"

Aprirsi al mondo per raccontare un percorso così delicato non è mai facile. Ne è ampiamente consapevole Louis Van Gaal, allenatore che a 72 anni deve fare i conti con un tumore alla prostata molto aggressivo, che lo sta costringendo ad una nuova quotidianità. Allo stesso tempo, l'ex commissario tecnico degli Orange sembra trovare giovamento nella condivisione: "Convivo con la malattia da poco più di tre anni - ha sottolineato l'olandese all'inizio della chiacchierata organizzata dalla Dott.ssa Maria Blasco, direttrice del Centro Nazionale di Ricerca sul Cancro - tra radiazioni, iniezioni di ormoni, operazioni, cateteri e sacche di urina. È incredibile, ma posso gestirlo. Ci sono riuscito, e sono riuscito a farlo anche lavorando durante gli ultimi Mondiali. Penso addirittura che durante il Mondiale ci sono riuscito ancora meglio, perché avevo un obiettivo. E con il processo del cancro accade lo stesso, come quando sei un allenatore, cerchi un obiettivo. Per me è stato positivo affrontare entrambe le cose".

L'ultimo Mondiale, andato in scena in Qatar nell'autunno 2022, lo ha segnato profondamente, ma il ricordo resta positivo: "All'inizio pensavo che la cosa migliore fosse non farlo sapere, - ha ribadito Van Gaal, riferendosi al periodo qatariota - l'ho nascosto il più possibile. Era una cosa logica. Nel pomeriggio i ragazzi dovevano andare a riposare e io ne ho approfittato per dormire più che potevo. E i miei assistenti hanno lavorato alla riunione tecnica. Poi sono andato in cura di notte, senza che nessuno mi vedesse. E così via. È così che ho potuto farlo. Mi hanno chiamato quando ero già stato operato, avevo fatto 25 sedute di radioterapia, iniezioni ormonali... Non credo sia stato coraggioso accettare quella sfida. Ho chiesto al mio team e hanno accettato, e sono davvero grato a loro. Come alla federazione olandese".

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