La protesta di Andriy Shevchenko scuote la Uefa. Il presidente della Federcalcio ucraina ha rivolto un duro attacco alla massima organizzazione calcistica europea il giorno dopo la sconfitta elettorale per l'ingresso nel Comitato esecutivo. In un comunicato ufficiale, l'ex stella del Milan ha denunciato la situazione: "Sfortunatamente, negli ultimi giorni, abbiamo ricevuto chiari segnali che, a causa di fattori politici, sia l'Ucraina che io personalmente non eravamo i benvenuti nella leadership della UEFA. Queste preoccupazioni sono state confermate dagli eventi che sono seguiti durante il Congresso stesso".
Shevchenko e l'attacco alla Uefa: "Non ci vogliono per motivi politici"
Le elzioni sono poi state vinte da candidati provenienti da Spagna e Israele, anche se uno dei seggi serviva di fatto a sostituire proprio il predecessore di Shevchenko alla presidenza della Federcalcio ucraina, Andrii Pavelko. Shevchenko ha scritto: "Prima di tutto, vorrei ringraziare ancora una volta le federazioni calcistiche regionali e il comitato esecutivo dell'UAF per avermi nominato candidato per il comitato esecutivo UEFA. Sono anche grato al nostro team per il loro lavoro durante questi due mesi della campagna e alle associazioni nazionali per l'opportunità di incontrare o parlare personalmente con quasi tutti loro. Ho ricevuto un forte sostegno dai colleghi per ciò che riguarda il mio sforzo di entrare a far parte del Comitato Esecutivo. Nel corso della mia vita e della mia carriera, ho seguito un principio fondamentale: quello sportivo. Credo in una concorrenza equa, aperta e trasparente. Io vengo dal calcio e sono per il calcio. Voglio esprimere la mia profonda gratitudine a quelle associazioni nazionali che oggi hanno votato per me e per l'Ucraina. Perché questo voto non riguardava solo me come candidato, era un voto di sostegno per tutto il nostro paese. Non cambieremo la nostra posizione. Continueremo con le nostre riforme nel calcio ucraino e rimarremo impegnati in una forte comunicazione internazionale nell'interesse della nostra nazione e dell'intera comunità calcistica".