Dopo aver disputato la prima metà della stagione al Milan, Alvaro Morata è approdato al Galatasaray nel mercato di gennaio. Ma oltre alle vicende calcistiche, l’attaccante spagnolo è finito sotto i riflettori anche per un altro motivo: il rigore sbagliato nella finale di Nations League, che ha permesso al Portogallo di Cristiano Ronaldo di conquistare il titolo.
Morata sulle critiche: "Avevo paura di tutto"
Nel documentario "Morata: They Don’t Know Who I Am", il centravanti si è aperto come mai prima d’ora, raccontando il peso psicologico accumulato negli anni a causa delle critiche ricevute: "Ti fanno male le gambe, il petto si chiude e non riesci a respirare. Avevo paura di addormentarmi e non svegliarmi più, avevo paura di tutto".
"Volevo solo piangere"
Uno dei momenti più duri della sua carriera è arrivato nell’aprile 2024, quando l’Atletico Madrid è stato eliminato nei quarti di finale di Champions League dal Borussia Dortmund. Morata si sente responsabile per un’occasione clamorosa sprecata durante la partita: "Non riuscivo a seguire la palla. Non stavamo perdendo, ma nella tua testa avevi sprecato l’opportunità di raggiungere la finale di Champions League con l’Atletico. Quando la partita è finita, sono rimasto a lungo da solo nello spogliatoio. Volevo solo piangere. Da lì, è iniziato tutto".
"Ho avuto molti pensieri orribili e autodistruttivi"
Il disagio mentale è arrivato a un punto tale da spingerlo a pensare seriamente di non partecipare a Euro 2024. "Ho avuto molti pensieri orribili e autodistruttivi e mi è passato per la testa di fingere un infortunio, per non dover andare”, ammette Morata. Insieme al sostegno di alcuni compagni di Nazionale e dell’analista Pilar de Castro-Manglano, Morata è riuscito lentamente a ricostruirsi. "È come se si fosse rotto un legamento, e devi imparare a camminare di nuovo, ad affrontare le difficoltà della vita in modo sano", spiega la specialista nel documentario.