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Modica, da Zeman all'Hamrun Spartans: "In Italia mi hanno usato, a Malta ci godiamo un sogno"

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Modica, da Zeman all'Hamrun Spartans: "In Italia mi hanno usato, a Malta ci godiamo un sogno"
L'ex allievo del Boemo ha scritto una bella pagina di calcio europeo, superando i lituani dello Zalgiris e accedendo per la prima volta nella storia del club al secondo turno preliminare di Champions: ecco cosa ci hanno raccontato il tecnico e l'ad del club maltese Bonnici

Se volessimo banalizzare, potremmo dire che è stata una serata da sogno e fermarci qui. Ma sarebbe poco, in questa storia c’è molto di più da raccontare di una partita e di un record. C’è un sogno e un progetto. E c’è un tecnico italiano che ha cambiato le carte in tavola. Siamo ad Hamrun, periferia della Valletta, Malta. È martedì 15 luglio e al Victor Tedesco Stadium, seimila posti, si gioca il ritorno dei preliminari di Champions League. All’andata era finita 2-0 per lo Zalgiris ma l’Hamrun Spartans, campione nazionale in carica, non si è dato per vinto. E ha ragione: dopo aver rimontato i più blasonati lituani, l’Hamrun strappa la prima storia qualificazione al secondo turno preliminare di Champions passando attraverso una delle serie di rigori più lunghe nella storia del calcio: ne sono stati battuti 14 a testa, per un totale di 28 penalty. Risultato finale, 11-10 e squadra, stadio e città in delirio. «È stata una grande impresa, lo dico senza voler essere presuntuoso - racconta l’ad Marcel Bonnici - Il mister ci ha aiutato ad alzare l’asticella. Sapevamo che con lui non avremmo preso soltanto un allenatore ma anche una filosofia». L’allenatore di cui parla è Giacomo Modica, la filosofia è quella zemaniana.

Modica da Messina alla Serie A: "Conte e Gasperini straordinari"

Per anni, tra Napoli e Roma, allievo del Boemo, «che ha innovato il calcio facendo divertire», Modica è passato in proprio vent’anni fa finché a gennaio scorso ha lasciato l’Italia, quando si è dimesso dal Messina in Serie C: «Non mi piaceva più come era gestita la situazione, è una questione di dignità - racconta - Non mi sono lasciato bene perché mi sono sentito usato». In giallorosso dall’88 al ‘90 da calciatore, Modica spiega che in Italia, «non è il calcio a essere cambiato, ma siamo noi. Una volta c’era passione, adesso ti giudicano persone che nemmeno vengono al campo. Sei soggetto a persone non competenti: chiedi un terzino, ti portano un centrale e ti dicono che deve giocare perché è parente o amico di qualcuno». Riconosce però che in Serie A c’è tanta qualità, soprattutto in panchina: «Conte è un pragmatico, uno stratega. Gasperini tutto quello che tocca diventa oro. Sono due allenatori straordinari. Mi piace molto anche Pioli, è uno che parla poco e fa tanto. Ma nelle serie inferiori c’è tanta approssimazione: sembra che più fallisci, più trovi squadra. Non è meritocratico, è squallido, ci sono allenatori che non hanno opportunità perché non hanno l’amico che li spinge. Per la mia Sicilia tornerei ma evidentemente non vogliono il mio contributo. A Malta sono arrivato da poco e non voglio smentirmi ma adesso qui sto molto bene. E questo passaggio di turno è una grande soddisfazione per tutti. Non tutti hanno la fortuna di arrivare a questo livello e quando ci sei ti devi godere il sogno».

Hamrun Spartans, l'ad Bonnici: "Tifo Roma e De Rossi, Totti..."

Il presidente Joseph Portelli, magnate dell’edilizia maltese, ha rilevato l’Hamrun Spartans cinque anni fa, dopo trent’anni senza vittorie, e dal 2020 il club ha vinto quattro volte il campionato, una anche con Luciano Zauri in panchina. «Ma Modica ha cambiato la mentalità della squadra - spiega l’ad Bonnici - Era quello che ci mancava per fare il salto. Noi abbiamo messo le strutture, la serietà, l’ambizione: vogliamo stare in Champions stabilmente, il nostro percorso è soltanto all’inizio». Intanto martedì c’è la Dinamo Kiev da battere: «Per noi giocare una partita così è già un sogno, ma non partiamo sconfitti. Proveremo a fare come Davide contro Golia. Io sono originario di Gozo (un’isola a nord di Malta, ndr) e noi maltesi siamo molto caparbi, quando ci mettiamo una cosa in testa». Con un occhio sempre alla Serie A: «Sa, io tifo Roma. De Rossi è il mio calciatore preferito. Totti? No, lui no. Perché Francesco non è solo un calciatore. È una leggenda».

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