LONDRA (INGHILTERRA) - Sabato pomeriggio da sogno per il Crystal Palace. La formazione di Oliver Glasner vola in semifinale di FA Cup: il 3-0 rifilato ieri, 29 marzo, al Fulham sul terreno di 'Craven Cottage' non è però l'unica buona notizia in casa 'Eagles'. La squadra del sud di Londra riabbraccia infatti il suo attaccante, Jean-Philippe Mateta, in campo dal 1' e poi sostituito da Nketiah al 70'. Il francese classe 1997 è tornato in campo quattro settimane dopo il terribile infortunio all'orecchio sinistro, provocato da un'entrata killer del portiere del Millwall, Liam Roberts, che ha procurato al bomber del Palace un trauma cranico e 25 punti di sutura. Un episodio spiacevole per Mateta che ha optato per la ricostruzione dell'orecchio che da ora in poi proteggerà, ogni volta che metterà piede in campo, con un casco speciale.
Mateta, le immagini del casco speciale fanno il giro del mondo
A poche settimane dall'infortunio, il 27enne attaccante francese ha optato per l'utilizzo di dispositivo in grado di proteggere l'orecchio ricostruito da eventuali colpi. Quello di Mateta non è infatti il classico casco, come quello indossato di recente dal bomber messicano Raul Jimenez o in passato dal portiere Petr Cech, ma si tratta di una sorta di cuffia che copre soltanto una zona specifica, quella intorno all'orecchio, protetto a sua volta da un cerotto per evitare che la ferita prenda infezione. Il casco speciale, approvato dalla Football Association (la Federcalcio inglese ndr), è stato progettato dopo alcune settimane di lavoro. Il giocatore ha provato tre versioni prima di scegliere quella che lo fa sentire più al sicuro e che ha sfoggiato ieri nel match di FA Cup. Il casco di Mateta, diventato famoso in tutto il mondo, ha sorpreso anche l'allenatore del Palace, Oliver Glasner, che al termine della partita con il Fulham ha scherzato così sul dispositivo indossato dall'attaccante francese: "È come un casco da pallanuoto. Nella pallanuoto serve per non far entrare l'acqua nelle orecchie, lui ce l'ha solo da un lato. Sembra una follia ma ci siamo abituati".