MADRID - Il palazzo della politica madrilena sbarca in forze a Barcellona per l'ultima cruciale settimana di fuoco prima delle elezioni catalane di domenica per cercare di frenare il voto secessionista, dato vincente dai sondaggi. Il muro contro muro fra Madrid e gli indipendentisti si fa ogni giorno più aspro. Dalla capitale arrivano allarmi e messe in guardia sempre più pesanti sulle conseguenze che la secessione potrebbe avere per i catalani. Le banche spagnole hanno minacciato di ritirarsi e di non garantire i depositi, Madrid ha ammonito che lasciare la Spagna significa anche uscire da Ue ed euro, il governatore della Banca centrale oggi ha parlato del rischio di un 'corralito' catalano, come in Argentina e in Grecia, e di sospensione dei ritiri bancari.

BARCA FUORI - Con l'indipendenza della Catalogna, il Barcellona, 23 volte campione di Spagna, finirebbe fuori dalla Liga, il massimo campionato di calcio. È questa la posizione del presidente della Liga, Javier Tebas, e di quello del Consiglio superiore dello Sport spagnolo, Miguel Cardenal.  In una conferenza stampa Cardenal ha ribadito oggi che nè il Barcellona nè L'Espanyol (l'altra squadra catalana) potrebbero giocare nella Liga "perchè la legislazione lo proibisce. La legge sportiva stabilisce che l'unico Stato che può esibirsi in gare nazionali è Andorra". In un messaggio twitter, Tebas ha scritto che "se si spacca la Spagna, si spacca la Liga. Speriano di non non giungere mai a questa assurdità".