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Rayo Vallecano, Zozulya saluta già. I tifosi: «È un nazista»

L'attaccante ucraino aveva firmato per il club di Madrid, ma i sostenitori lo hanno costretto a tornare al Betis. La scorsa estate fu visto in aeroporto con una maglia che raffigurava un simbolo di estrema destra

ROMA - “Vengo anch’io. No, tu no!”. Ma alla fine il trasferimento si è concretizzato e Roman Zozulya ha lasciato il Betis Siviglia per il Rayo Vallecano. Per poi fare un passo indietro, rescindere e tornare in Andalusia. Cosa c’è di strano? Per i tifosi, l’attaccante ucraino è un nazista. Le polemiche sono scoppiate sui social quando tra i due club era partita la trattativa. Tutto è nato da un articolo della scorsa estate che mostrava delle foto di Zozulya con una maglia di un gruppo ucraino appartenente all’estrema destra. Il presidente del terzo club di Madrid ha subito provato a far rientrare il caso: «Solo un malinteso – ha detto Luis Yanez a Radio Cope -. Non c’è nessun legame con il neonazismo». Per il Rayo, invece, lo stemma della maglia raffigurava quello dell’Ucraina, con dei versi del poeta Taras Shevchenko: «È un autore studiato nelle scuole dell’Unione Sovietica». Anche l’attaccante ha precisato che «non appoggia alcun gruppo paramilitare o fascista». Ma niente, non c’è stato nulla da fare. Andata e ritorno a Siviglia, senza ovviamente poter giocare fino al termine della stagione.

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