Corriere dello Sport

Rendi la tua esperienza speciale

Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Altri Sport

Stadio

Foto

Video

Corriere dello Sport

LIVE

La rivelazione di Piqué: «Il gruppo di Whatsapp preferito è con i giocatori del Real»

Il difensore del Barcellona si racconta al «The Players' Tribune»: «Messi è un assassino, un alieno che arriva da un altro pianeta»

ROMA - Gerard Piqué si racconta a cuore aperto al «The Players' Tribune», il sito che raccoglie gli scritti in prima persona degli atleti più famosi del mondo. L'aneddoto più curioso riguarda i rapporti tutt'altro che tesi con gli spagnoli del Real Madrid. Il difensore racconta di aver creato un gruppo Whatsapp che comprende giocatori dei blancos e del Barcellona: «E' il mio preferito. Se leggeste solo quello che dice la stampa potreste pensare che ci odiamo e invece ci troviamo bene. Sembriamo dei bambini. Adesso che siamo 15 punti sopra per me è molto divertente, quindi sono diventato molto creativo nei messaggi. L'anno scorso quando il Real vinceva sempre, loro si sentivano molto bene e ci prendevano in giro ad ogni allenamento della nazionale. Ogni volta che vincevano un match, postavano una foto a torso nudo su Instagram direttamente dallo spogliatoio. Ve lo ricordate? Sorridevano e mostravano i muscoli. Ora la situazione è diversa, le loro foto sui social sono tristi: "3 punti oggi, dobbiamo continuare a lavorare duro". Allora ho scritto loro sulla chat di Whatsapp: «Dai ragazzi, perché così seri? Poi ho messo un'emoticon con le lacrime e una sorridente. Ho anche deciso un nome speciale per il gruppo "Congratulazioni"».

LA DESCRIZIONE DI MESSI - La parte più bella dello scritto di Piqué è la descrizione del talento di Messi: «E' un alieno, non è di questo pianeta. E' l'unico giocatore di cui ricordo la prima volta in cui l'ho visto giocare. Avevamo 13 anni e pensai subito: "Oh, questo giocatore arriva da qualche altro pianeta, non è umano". E' un assassino, è il più grande che abbia mai visto. Il motivo per cui penso che sia di un altro pianeta è per quello che succede quando non ha la palla tra i piedi. Forse non lo potete vedere in televisione ma io lo posso vedere in campo. Dovreste vedere la sua faccia quando accelera per rubare la palla a un difensore. Quello sguardo di Leo non l'ho visto in nessun altro calciatore. E' questo ciò che lo rende grande. Non è interessato allo spettacolo, prova raramente a fare un doppio passo. E' di un'altra stoffa. La sua grandezza nasce dall'ossessione nel recuperare la palla. Quando penso alla magia di Messi, non è qualcosa che si può trovare su Youtube. E' qualcosa che riguarda una sottile espressione dei suoi occhi».

LA STRIGLIA DI KEANE - Uno degli aneddoti più divertenti è quello che risale ai suoi primi passi nello spogliatoio del Manchester United, dove sbarcò a 17 anni. «Un cellulare iniziò a vibrare nello spogliatoio e Roy Keane non capiva da dove venisse il rumore. Iniziò a guardarsi intorno come un pazzo, i suoi occhi scattavano in tutte le direzioni. Vi ricordate la famosa scena di Jack Nicholson in "The Shining" quando sbuca dalla porta? Roy gli assomigliava. Iniziò a chiedere di chi fosse il cellulare ma nessuno rispondeva. A un certo punto dissi: "Mi dispiace, è mio". Lui perse la testa, fece una scenata davanti a tutti, fu incredibile. Me la stavo facendo addosso ma fu una lezione importante».

Corriere dello Sport in abbonamento

Insieme per passione, scegli come

Abbonati all'edizione digitale del giornale. Partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi