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Luis Enrique senza limiti: "Sono al Psg per fare la storia"

Il tecnico spagnolo ha già vinto il campionato, ora il grande obiettivo è la prima Champions della storia del club. In semifinale affronteranno l'Arsenal, giustiziere del Real Madrid di Ancelotti

Mancano ancora sei giornate alla fine della Ligue 1, ma il Psg ha già festeggiato la vittoria del campionato, così ora (oltre alla finale della Coppa di Francia contro il Reims) le attenzioni sono tutte rivolte al grande obiettivo che i proprietari del Qatar inseguono da quando hanno comprato il club dal 2012: la Champions League. Dopo aver eliminato Liverpool e Aston Villa c'è un'altra inglese sulla strada di Luis Enrique, l'Arsenal giustiziere del Real Madrid di Carlo Ancelotti. Nonostante la partita di domani con il Le Havre possa sembrare un impegno di poca importanza, il tecnico spagnolo (che ha già trionfato in Champions nel 2015 con il Barcellona di Messi, Neymar e Suarez) non vuole rischiare cali di tensione da parte dei suoi giocatori: "Ancora non abbiamo fatto nulla, il nostro obiettivo resta fare qualcosa che nessuno è mai riuscito a fare al Psg. Per fare la storia bisogna vincere tutto ma non mi preoccupano i risultati, mi preoccupa il cammino per arrivare a questi risultati. Dipende da noi, da cosa siamo disposti a dare e sin dalla scorsa stagione la convinzione non manca a questa squadra".

Luis Enrique: "Il Psg è l'unica squadra che si è confermata in semifinale di Champions"

L'obiettivo di Luis Enrique è evitare che Kvara e compagni si montino la testa dopo i recenti successi: "Ora l'unica cosa che non dobbiamo fare è pensare che spazzeremo via tutti e che siamo i favoriti. Siamo solo una delle quattro squadre favorite per vincere la Champions. Ma è anche importante essere l'unica squadra fra le semifinaliste dello scorso anno a essersi confermata". Il Psg non può permettersi di sottovalutare la pericolosità dell'Arsenal: "Giocheremo la semifinale contro una delle squadre migliori d'Europa che ha eliminato il Real. Si sono evoluti sotto la guida di Arteta". In Francia ha fatto discutere la gestione delle sostituzioni del tecnico spagnolo, che contro l'Aston Villa ha usato un solo cambio: "Sono stato l'allenatore più criticato d'Europa per le mie rotazioni. Mi hanno criticato a Roma, a Barcellona, in nazionale, in tutti i posti mi hanno criticato perché facevo molti cambi, non facevo giocare sempre gli stessi... Io sono un allenatore che ha molta fiducia nei suoi calciatori, martedì ho preferito mantenere la mia squadra base ma servono 16, 17, 18 giocatori al top per vincere".

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