In calce alla prima storica Champions League del Psg c'è anche il suo nome, scritto a lettere mauscole. Decisamente, se lo merita Luís Filipe Hipólito Reis Pedrosa Campos, semplicemente Luis Campos. Sessantuno anni, portoghese, laureato in educazione fisica all'Università di Porto, preparatore atletico dell'Espinho, allenatore a 27 anni con scarsa fortuna nella Serie B lusitana dove inanella tre retrocessioni con tre squadre diverse, Campos capisce che la panchina non fa per lui e sterza. Nel 2010, Mourinho lo chiama al Real come suo osservatore di fiducia e match analyst, intrigato dalla piattaforma di scouting del connazionale e dal suo metodo di lavoro che oggi possiamo chiamare il Metodo Sartori: l'algoritmo è utile, ma Campos viaggia sempre; visiona personalmente i giocatori che gli interessano, vuol sapere tutto di loro, come si comportano dentro e fuori dal campo, qual è il vissuto familiare, quali sono le loro attitudini, quanto si allenano, come si nutrono, quanto riposano, quante lingue parlano.
PRINCIPE DI MONACO. Nel 2013, il Monaco chiama Campos nominandolo direttore sportivo. Lui ripaga la fiducia del Principato reclutando James Rodríguez, Radamel Falcao, Kylian Mbappé, Bernardo Silva, Fabinho, Anthony Martial, Tiemoué Bakayoko. Il Monaco spende per ognuno di loro fra gli 8 e i 12 milioni di euro e li rivende a prezzi oscillanti attorno ai 45-50 milioni. Non casualmente, nel 2017 la squadra cara al Principe Alberto vince la Ligue 1, interrompendo la dominazione Psg e arriva sino alle semiifinali Champions. Il LIlle chiama e Campos risponde con Nicolas Pépé: acquistato per 9 milioni di euro, venduto per 80 milioni di euro; Victor Osimhen: acquistato per 22 milioni di euro, venduto per 70 milioni di euro e ancora: Rafael Leão, Anwar El Ghazi, Jonathan Bamba, Zeki Çelik, Renato Sanches. Risultato: il Lille del presidente Olivier Létang diventa campione di Francia nel 2021 e chiude il bilancio di mercato conn un attivo di 43 milioni di euro.
PSG BATTE REAL. È a quel punto che Florentino Perez si ricorda dell'ex osservatore Blancos, amico di Mourinho e lo chiama perché ritorni, stavolta quale regista del mnercato madridista. Campos risponde no, grazie. Nasser Al-Khelaifi è arrivato prima e, dopo anni vissuti da collezionista di costosissime figurine senza mai vincere la Champions, si affida al dirigente portoghese, nel frattempo sempre più in ottimi rappprto con Jorge Mendes, perché faccia come crede. Mossa azzeccata.Campos porta Luis Enrique a Parig e, acquisto dopo acquisto, fra gli altri gli mette a disposizione Nuno Mendes, João Neves, Fabián Ruiz, Pacho, Desiré Doué, Khvicha Kvaratskhelia. 31 maggio: il Psg fa bingo, strapazza l'Inter a Monaco di Baviera, si issa sul trono d'Europa. E Campos come festeggia? Il giorno dopo il ricevimento da Macron, vola a Bournemouth (che ha ceduto l'ex juventino Huijsen al Real per 60 milioni, dopo averlo pagato 15 ai bianconeri). Obiettivo: trattare Ilia Zabarnyi, 22 anni, difensore della nazionale ucraina, scintillante talento. Valutazione: 50 milioni di euro. Luis non fa una piega, forte del formidabile potere d'acquisto del Qfi, il fondo d'investimnento del Qatar, proprietario del Psg. Che nove giorni prima della finale di Monaco, ha blindato il suo Sartori sino al 2030. Non è difficile capire perché. Parabéns Senhor Campos.