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Davide Lorenzo, un (altro) italiano a Leicester: Vi racconto il mio sogno

Da giovane promessa a cameriere a Nizza, poi il sogno diventato realtà: l'incredibile storia del giovane attaccante

Per capire la storia di Davide Lorenzo bisogna partire dalla fine, perché quindici giorni fa l'attaccante esterno italiano ha raggiunto il suo sogno di firmare un contratto da professionista. E l'ha fatto in Inghilterra, con il Leicester. Prima, un provino di due mesi: "Benalouane mi ha portato subito a cena fuori già la prima sera, con Adrien Silva, Mendy e Pereira - ci aveva raccontato Lorenzo un mese fa ai microfoni del Corriere dello Sport - io ero contento, ma dentro di me non vedevo l'ora di iniziare ad allenarmi".

IL RICORDO - Il primo a convincersi delle sue qualità era stato il presidente delle Foxes Vichai Srivaddhanaprabha: "È difficile incontrare una persona che ti svolta la vita senza chiederti nulla in cambio. Era un uomo generoso. Forse per lui non ha fatto nulla, ma si è comportato allo stesso modo anche con Vardy e con altri ragazzi". Già, era. Perché il presidente è venuto a mancare a fine ottobre quando il suo aereo si è incendiato con a bordo lui e altre quattro persone. "È stato un guasto meccanico" hanno spiegato successivamente.

L'INCONTRO - Fatto sta che Lorenzo non si scorderà mai quell'uomo sorridente da cuore d'oro: "Facevo il cameriere, mi ha proposto un provino con loro". Cosa, cosa? "Lavoravo in un ristorante di Nizza dove mi sono andato per seguire la mia ragazza. Quella sera eravamo in pochi a lavoro. Arrivò Srivaddhanaprabha e io mi precipitai subito al suo tavolo. Quando gli portai l'acqua già avevo raccontato tutta la mia storia. Lui mi propose di andare a giocare in Thailandia o in Belgio, ma gli dissi che prima dovevo mettermi in forma. Così mi invitò ad andare a fare un provino con il Leicester per allenarmi".

SPERANZE E ILLUSIONI - La storia di Davide è iniziata come una delle tante: "Nel Rivoli Calcio, successivamente Silvano Benedetti mi portò al Torino e a 12 anni andai alla Juve". Poi l'illusione: "Mi voleva il Pescara in Primavera, io bruciai i tempi e andai al Cuneo in C2. Lì le cose andarono male e scesi in D, poi iniziai a viaggiare: Malta, Norvegia, la B Svizzera... mi proposero anche di andare ai New York Cosmos, ma quando arrivai cambiò tutto e non se ne fece più niente". Anche Patrick Vieira gli ha chiuso la porta in faccia: "Mi proposi quando allenava i New York City, ma i posti extra erano riservati ai top come Giovinco e Pirlo".

IL DESTINO - Arrendersi? Mai. Testa bassa e pedalare per Davide. Nuovo Paese, nuova avventura. E poco calcio: "A Nizza ho lavorato prima per una società finanziaria poi come cameriere. E nel frattempo mi allenavo con una società dilettante". Quando sembrava tutto perso, però, ecco l'incontro che gli cambia la vita. Un provino e quel contratto lì sul tavolo. Poi la tragedia: "Sono stato l'ultimo a vedere il presidente. Ero in tribuna durante la gara con il West Ham, avevamo appuntamento per fare il punto sulla mia situazione. Dopo esserci visti l'ho accompagnato all'ascensore e me ne sono andato. Poi sono uscito dallo stadio e ho sentito il botto. Sono subito corso a vedere, ma avevo già capito...". Un colpo dritto al cuore. Momenti di apprensione, poi tristezza e delusione per la perdita di chi gli aveva dato una seconda opportunità. Ora Davide è carico e vuole sfruttare l'occasione. Un (altro) italiano a Leicester, Lorenzo riparte dalle Foxes.

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