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Liverpool, Slot conquista tutti e "batte" Klopp al suo primo anno

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Liverpool, Slot conquista tutti e "batte" Klopp al suo primo anno EPA
Subentra al tedesco e la sua rivoluzione morbida lo porta al ventesimo titolo dei Reds

Un’eredità pesantissima portata con la leggerezza di chi forse, in modo anche un po’ incosciente, ha accettato di prendere la panchina del Liverpool, raccogliendo il testimone di Jurgen Klopp, con il tempo diventato una leggenda dei Reds. Eppure Arne Slot ha stupito tutti, diventando il quinto allenatore della storia della Premier League a vincere il titolo alla sua prima stagione (a Klopp servirono cinque anni). E’ così il ventesimo scudetto della storia del club, il secondo negli ultimi 5 anni dopo quello, non festeggiato, nel 2020 per via del Covid. Si unisce così a una cerchia ristrettissima di allenatori capaci di vincere alla loro prima occasione in terra inglese. Gente come Antonio Conte nel 2016-17, Manuel Pellegrini nel 2013-14, Carlo Ancelotti nel 2009-10 e Jose Mourinho nel 2004-05. Quest’ultimo gli tolse la Conference League in finale quando era tecnico del Feyenoord, ma tre anni dopo Slot si è rifatto con gli interessi vincendo a Liverpool.

I meriti di Slot

Il primo fattore di una cavalcata lunga un anno è stato quello di saper rigenerare un gruppo di giocatori che neanche 12 mesi fa sembrava essere arrivato al capolinea. Su tutti: Mohamed Salah, vero protagonista di una stagione incredibile. lLegiziano è stato il trascinatore assoluto con 33 gol, accompagnati da 13 assist in 48 uscite. Meritandosi infine, a quasi 33 anni, il rinnovo di contratto per altre tre stagioni. Una corsa, quella Reds, quasi senza inciampi in casa, se non quella alla quarta giornata con il Nottingham. Poi un dominio assoluto con 21 vittorie nelle prime 28 di campionato e un assolo nel 2025 che prosegue con altre 12 gare senza subire sconfitte e che hanno certificato il successo festeggiato ieri. Un ventesimo titolo che porta il Liverpool ad avere lo stesso numero di scudetti del Manchester United. E nemmeno il piccolo sbandamento con la finale persa in Carabo Cup e l’eliminazione Champions ai rigori con il Psg hanno fatto perdere la rotta a una squadra che comunque aveva vinto il super girone europeo con 21 punti.

La riduzione, morbida, di Slot

E’ stato sicuramente il Liverpool di van Dijk, Salah e Alisson, non c'è dubbio, ma non va sottovalutato il rendimento di Szoboszlai e Gakpo, di Konaté e – ancora per poco – Alexander-Arnold. Ma soprattutto è stato il Liverpool di Slot, bravo nel prendersi un club plasmato nella storia recente da una figura ingombrante come quella di Klopp. Entrato in punta di piedi, ha lavorato dietro le quinte, portando le sue idee di calcio e il suo metodo di lavoro. Le sue mosse sono state intelligenti, mirate, proprio perché appaiono invisibili ai più. Così come invisibile è stato, nei risultati, il cambio in panchina: merito del lavoro dirigenziale di Richard Hughes, il direttore sportivo, Julian Ward, il direttore tecnico, e Michael Edwards, il Chief Executive of Football. Il resto lo ha fatto il lavoro sul campo e quello in sala video, tantissimo, ma mai invadente e vero valore aggiunto di una squadra che in Inghilterra ha schiacciato tutto e tutti.

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