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Coronavirus, Jorge Jesus: “Fermate il calcio in Brasile!”

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L’appello del tecnico del Flamengo: “I miei giocatori non sono superuomini, questa cosa non è uno scherzo”

RIO DE JANEIRO (Brasile) - Domani i vertici di varie federazioni regionali del Brasile decideranno se fermare il calcio a causa dei rischi legati al Coronavirus, o se continuare a porte chiuse. Intanto arriva l'appello dell'allenatore del Flamengo, il portoghese Jorge Jesùs, a margine del match vinto ieri contro la Portuguesa carioca, per il torneo 'estadual'. "Questa cosa non è uno scherzo - ha detto Jesùs -. Prima non avevo tanta sensibilità al riguardo, ma ora ho capito che mi sbagliavo. Qui non bisogna pensare che questa cosa ci sia in altri paesi e non anche in Brasile: anzi, questo è un virus che arriva facilmente dappertutto e anche i miei ragazzi ne sono emotivamente condizionati. Io penso che ci si debba fermare, che non ci possano essere partite: i miei sono calciatori, ma non superuomini". Dopo aver rivelato che un suo amico in Portogallo è in rianimazione, e in gravi condizioni, il tecnico del Flamengo ha fatto riferimento al vicepresidente del club, Mauricio Gomes do Mattos, che è risultato positivo al test e nei giorni scorsi ha viaggiato sull'aereo della squadra di ritorno da un match in Colombia. "In questo momento il Flamengo è una squadra a rischio - ha detto - perché abbiamo avuto contatti con una persona e non si sa cosa può succedere. Spero che, in questa situazione così complicata per noi, quella con la Portuguesa sia stata l'ultima partita".

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