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Di Guglielmo e Girelli: "Giocare in un mondo di maschi è un'opportunità"

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Di Guglielmo e Girelli: "Giocare in un mondo di maschi è un'opportunità"
Le calciatrici di Roma e Juve sono le protagoniste della terza puntata di Il Futuro è Donna, webserie prodotta dalla Figc

Lo sport è considerato un ambiente tipicamente maschile, e il calcio in maniera particolare, per questi i traguardi raggiunti in questi anni dalle calciatrici italiane hanno un significato ancora più importante, proprio per il numero di ostacoli che hanno dovuto superare, la diffidenza e i pregiudizi di chi non credeva nelle loro capacità."Hai mai sentito di dover dimostrare di essere all’altezza, come donna, in un ambiente storicamente maschile?". Se lo sono chiesto a vicenda Lucia Di Guglielmo e Cristiana Girelli, protagoniste della terza puntata di Il Futuro è Donna, la webserie della Figc online sul sito Sostenabilia che affronta diverse tematiche legate all’empowerment femminile per abbattere i pregiudizi e contribuire a una crescita di consapevolezza dell’intera società.

Di Guglielmo: "Viviamo in una società che nasce maschilista"

A parlare sono due giocatrici della Nazionale nonché punti fermi dei rispettivi club, Roma e Juventus, che da anni si sono stabiliti ai massimi livelli del calcio italiano e che si sono regalati giornate nei grandi stadi: da Roma-Barcellona all'Olimpico per i quarti di Champions League, a Juventus-Fiorentina e Juventus-Roma, disputate all'Allianz Stadium, che tra l'altro il 10 maggio tornerà ad aprire le porte alle bianconere per la sfida contro l'Inter. "Viviamo in una società che nasce maschilista" ammette Di Guglielmo. "Per noi, quindi, è stata spesso una questione di dover lottare per raggiungere anche solo il risultato di chiedere qualcosa. Si percepisce la voglia di lottare che ci ha dato tanto, ma questo può anche rappresentare un limite perché porta a sminuirci, portandoci inconsciamente a uno standard che non è stato scelto da noi".

Girelli: "Voglio solo dimostrare ciò che sono"

Apprezzare la diversità e "guardare tutto con curiosità e con altri occhi", spiega Girelli, è una delle chiavi della rivoluzione culturale. "Io non ho mai sentito di dover dimostrare di essere all'altezza, ma solo di dimostrare ciò che sono, e che siamo capaci di giocare a calcio anche noi". Giocare, e anche parlare: Girelli lo fa ai microfoni di Prime Video nel ruolo di talent per le partite di Champions League. "Sono orgogliosa di poter dare la possibilità di far capire alle persone, qualora ce ne fosse bisogno, che una ragazza può parlare di calcio, può avere competenze".

Di Guglielmo: "Sarà bello quando non si parlerà più di quote rosa"

Non difficoltà, ma opportunità: "E responsabilità, non un peso" aggiunge Di Guglielmo. "Quando è capitato di giocare all'Olimpico la prima cosa che ha fatto la mia testa è stato paragonare tutto quello alle volte in cui io sono andata a vedere la squadra maschile, ed è stato bello non notare la differenza". Altri grandi stadi sono quelli che a luglio, in Svizzera, ospiteranno l'Europeo: "Gli ostacoli sono quelli che ancora devono arrivare" le fa eco Girelli. "L'ostacolo sarà rimanere noi stesse e non perdere quello che siamo state prima, mantenendo i valori belli e 'primordiali' del nostro calcio, quelli che a volte ci fanno sembrare ancora bambine". Di Guglielmo fa un ulteriore passo in avanti: "Il fatto che le donne abbiano più spazio negli staff tecnici o anche, per esempio, come arbitri, è importante, ma sarà davvero importante quando l'inserimento avverrà per competenze e non per 'essere donna'. È bello parlare di quote rosa, ma sarà ancora più bello quando non ci sarà più bisogno di parlarne".

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