Gli occhi pieni di grinta e di emozione di Cristiana Girelli, la corsa di Andrea Soncin dopo il gol vittoria, la lunga festa, sia in campo che fuori, fin quasi all’alba. Sono molteplici le cartoline che accompagnano la vittoria contro la Norvegia che è valsa il ritorno dell’Italia femminile in semifinale degli Europei a 28 anni di distanza dall’ultima volta. Cartoline che sanno di gruppo sano, unito, guidato da un tecnico che si è calato perfettamente nel calcio femminile meritandosi la stima delle calciatrici. Ma sono anche cartoline di un movimento che sta crescendo in maniera repentina, tanto che la frase “il meglio deve ancora arrivare” non sembra un banale motto, ma una certezza. Ecco, quindi, i segreti di un gruppo che ora punta con decisione l’Inghilterra, avversaria nella semifinale di martedì prossimo.
Soncin, un tecnico declinato al femminile
E partiamo proprio da Soncin, catapultato nel mondo femminile quasi all’improvviso, dopo l’addio di Milena Bertolini alla Nazionale nel 2023. Ha ereditato un gruppo sfiduciato ed è partito proprio dalla sua ricostruzione, richiamando Sara Gama e ricucendo, di conseguenza, il rapporto con le leader Girelli e Bonansea, che stanno brillando anche in Svizzera. Soncin ha creduto nel progetto femminile abbracciandolo nonostante, di fatto, non avesse esperienza in prima squadra, guidata solo per brevi periodi ad interim a Venezia. Al di là di moduli e tattiche, quello che ha saputo fare il “Cobra”, come veniva chiamato da giocatore, è stato calarsi perfettamente nella nuova dimensione, grazie al suo spessore umano importante, tanto che, ora, le giocatrici sono “pronte a buttarsi nel fuoco” per lui, come ha raccontato proprio Girelli dopo la vittoria contro la Norvegia.
Gruppo ambizioso, unito e… senza playstation
Parole, quella della capitana azzurra, che testimoniano anche quanto il gruppo creda nel proprio lavoro e nel proprio allenatore. Un mix elettrizzante di giocatrici esperte e nuove leve, ma soprattutto unite dagli stessi obiettivi e dalla stessa ambizione. Senza invidie e senza alcun malumore. Anche per questo, non deve stupire la commozione di Martina Rosucci, che segue le compagne dalla tribuna. Giocatrici che stanno bene insieme, che tra un allenamento e l’altro cantano, ballano, si sfidano a ping pong, che non hanno bisogno di giocare alla Playstation di notte, come “denunciato” da Luciano Spalletti un anno fa per la controparte maschile. Insomma, la Nazionale femminile è sulla cresta dell’onda e vuole spingersi ancora oltre. Con la consapevolezza che il movimento è pronto per svoltare definitivamente.