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Tare: «Lazio, progetto mai nascosto»

LaPresse

Il ds biancoceleste: «Le difficoltà iniziali erano previste. Il salto di qualità se faremo risultati per 2-3 anni»

ROMA - Ha raccolto l’invito dopo un discreto pressing, una profonda riflessione e alla fine si è aperto, ripercorrendo a 360 gradi l’estate tormentata della Lazio, le linee guida di un progetto che non cambierà se Pioli dovesse entrare o meno in Champions, le scelte compiute nelle ultime settimane. E reclamando fiducia, quella che continuano e non hanno mai smesso di respirare a Formello. «Non possono bastare dei brutti risultati nel calcio di luglio per cancellare il lavoro di un anno», ha sottolineato con forza il direttore sportivo della Lazio, questa sera in partenza da Roma per Shanghai, autorizzandoci a sintetizzare tra virgolette i suoi pensieri perché i concetti passassero con maggiore forza. «Allarme? Non la vedo così e neppure Pioli. Intanto perché si dimenticano troppe cose successe questa estate. Gruppo diviso a scaglioni, non è stato possibile partire per il ritiro tutti insieme e se penso che soltanto due sere fa a Mainz, con l’arrivo di Biglia, il mister ha potuto vedere tutti insieme i suoi giocatori». Ci sono stati degli infortuni e diversi contrattempi. In serie Radu, Morrison, Braafheid, infine Djordjevic, senza contare De Vrij, operato di ernia inguinale a metà giugno e per questo motivo sinora utilizzato nelle amichevoli. «Certe difficoltà erano state messe in preventivo. E’ calcio di luglio, dovevamo prepararci ad un mese di agosto tremendo con gli impegni di Supercoppa e Champions, abbiamo anticipato certe partite. Pioli le voleva per accelerare il rodaggio e mettere minuti nelle gambe, non per centrare risultati. Non tutti si sono allenati allo stesso modo e ci sono stati dei contrattempi». Il tecnico emiliano è convinto di arrivare in Cina con la stessa condizione atletica della Juve. «Forse, dico io, anche con qualche giorno in più di lavoro. Ha ragione Pioli, sono convinto che saremo allo stesso livello di gambe per giocarcela. Poi una partita può andare in tanti modi».

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