ROMA - L’addio tra due mesi è sicuro e la figuraccia in Europa League ha solo accelerato i tempi per cui l’argomento diventasse d’attualità. La Lazio e Pioli avevano deciso di separarsi a maggio ben prima della partita con lo Sparta Praga e anche adesso, come avevano concordato in precedenza e si erano promessi, cercheranno di chiudere la stagione nel miglior modo possibile e tentando, per quanto resti solo la matematica, una complicatissima rimonta sul Milan, sesto con 7 punti di vantaggio e un saldo positivo nei confronti diretti a otto giornate dal termine del campionato.
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Lotito a dicembre aveva contattato Trapattoni e pensato anche a Fabio Capello: disse no. Nelle ultime settimane è così diventata automatica la candidatura di Mihajlovic, in uscita dal Milan. C’è stima e rapporto con Lotito, la scintilla scattò in una telefonata del luglio 2004. Si sono spesso visti a Cortina. Il serbo lo attrae per la personalità, il carisma ed è sempre stato l’unico laziale del passato a cui ha pensato realmente. Tre o quattro anni fa non aveva ancora completato un certo tipo di percorso, oggi sarebbe pronto e di sicuro ben accolto dai tifosi, un aspetto di cui Lotito dovrà per forza tenere conto non volendo cedere la società.
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Per tanti motivi Sinisa è il grande favorito, potrebbe coronare il sogno di lavorare a Roma e nel club a cui è stato più legato. Il suo rivale principale si chiama Cesare Prandelli, pronto a tornare su una panchina dopo l’esperienza con il Galatasaray.
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