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Calciomercato, Dzeko: «Voglio tutto con la Roma»

L'attaccante bosniaco: «Ho scelto questa città per restarci. Accetto le critiche ma spesso chi parla non conosce bene le situazioni»

BOSTON (STATI UNITI) - Non ha perso il sorriso, nemmeno per un istante, in mezz'ora di chiacchiere intense e vivaci. Edin Dzeko è un uomo di 30 anni che ha imparato a sue spese il senso della vita: l'infanzia sotto i bombardamenti, una crescita violata dall'orrore. Oggi è una persona completa e orgogliosa. Tratta con leggerezza le questioni e i problemi del quotidiano, tira dritto davanti alle critiche, sicuro delle sue qualità e sereno nelle difficoltà. Per questa intervista americana, tra le mura color porpora dell'hotel che ospita la Roma a Harvard, ha scelto la lingua inglese. Ma l'interprete Claudio Bisceglia lo rimprovera bonariamente: «Potresti tranquillamente parlare italiano, ormai...».

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Cinque gol nelle prime due amichevoli: sta tornando il vero Dzeko?
«Non direi questo. Un conto sono gli allenamenti estivi, altro le partite con i punti in palio. Adesso l'importante è non avere infortuni. E io mi sento bene».

Cosa sta imparando da Spalletti?
«L'attenzione alla tattica. Agli attaccanti chiede ad esempio di andare nello spazio dietro alla difesa. E' una particolarità rispetto a tanti altri allenatori».

Quante responsabilità si attribuisce per il rendimento dello scorso anno?
«Mah, difficile rispondere. Ma non voglio pensare al passato: non ha senso, non si può cambiare. Concentriamoci sul futuro».

Il suo futuro è alla Roma?
«Ovviamente. Sono qui, non mi vede?».

Il mercato è ancora aperto. Si parla sempre di Dzeko in bilico e di possibili sostituti.
«Solo speculazioni. Io penso a fare il mio lavoro. Se avessi voluto lasciare la Roma lo avrei già fatto a gennaio».

Quali altre opzioni aveva?
«Non è necessario parlarne. Anche quello è passato».

Spalletti le ha garantito un posto da titolare?
«Mai. Ma non vedo perché dovrebbe farlo. Io mi allenerò, lui deciderà. E' così che funziona».

A gennaio a Trigoria c'erano tre bosniaci. Ora resta solo lei. Cosa cambia nel suo umore?
«Non cambia niente. Ho scelto la Roma a prescindere dalle persone che avrei trovato. La presenza di Pjanic, che è mio amico, è stato un motivo in più per accettare l'offerta dello scorso anno. Ma sapevo che non avremmo giocato insieme per sempre. E lo stesso vale per Zukanovic».

Perché Pjanic è andato alla Juventus?
«Non ne ho idea, bisognerebbe chiederlo a lui».

I tifosi gli avrebbero perdonato l'addio, se non avesse scelto la Juve.
«Questa cosa non mi è tanto chiara. Capisco la rivalità ma non è mica andato alla Lazio».

Quindi Dzeko dopo quattro anni di Manchester City non andrebbe mai allo United? (ride, ndi)
«Non ci sono andato, giusto? E allora di che parliamo?»

Eppure dicono che sogni di essere allenato da Mourinho?
«Mi piacerebbe, è vero. E' tra i migliori del mondo. Ma io gioco nella Roma».

Leggi l'intervista completa sull'edizione odierna del Corriere dello Sport-Stadio

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