TORINO - Di fuoriclasse, negli ultimi anni, la Juventus ne ha ingaggiati diversi, e ogni volta è stato un abbraccio di folla, un ribollire di entusiasmo e di promesse. Con Higuain, però, si toccano vette nuove, basta seguirlo nel suo battesimo bianconero per respirare un’aria diversa, una carica popolare unica. Cori e balli in aeroporto e al J-Medical, bivacchi di tifosi davanti alla sede dove l’aspettano per le firme e a Vinovo dove, nel pomeriggio, sosterrà il primo allenamento, discussioni infinite su un cambio di maglia che fonde tutte le emozioni del calcio: la gente juventina fa festa perché il bomber dei record è suo, perché l’ha strappato a una rivale storica, perché pagando una clausola monstre ha dato una prova di forza economica, perché il sì del calciatore è testimonianza di un grande appeal, perché con il Pipita si sente invincibile in Italia e più che mai competitiva in Europa.

Non è un caso che, mentre si fa largo a fatica, gli chiedano di portare la Champions a Torino, come è scontato che lui abbia scelto la Juventus convinto di poter raggiungere grandi traguardi. Vette nuove, sì, per i tifosi di oggi e per quelli di ieri: è sempre doloroso, l’addio di un simbolo, stavolta di più, Chissà che effetto, per i cuori azzurri, vedere il Pipita che faceva sognare Napoli affacciarsi nella sua nuova realtà con una sciarpa bianconera al collo...