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Simeone: «Il mio futuro? Dove meglio dell'Atletico Madrid?»

Il tecnico dei colchoneros da gennaio potrà contare anche su Diego Costa: «Dei giocatori che ho avuto è quello che mi ha sorpreso di più. La Nazionale argentina? Non mi vedo ancora a preparare una gara a casa mia per quattro mesi»

ROMA - Diego Pablo Simeone vede il suo futuro all'Atletico Madrid. Durante un'intervista a Cadena SER, durante il programma "El Larguero", il tecnico dell'Atletico non ha dubbi: «Il mio futuro? Io dico sempre: dove meglio dell'Atletico? Quanti sono i club migliori?». L'allenatore del club spagnolo, ex giocatore anche di Inter e Lazio, allontana dunque un suo ritorno in Serie A: «La critica ti fa migliorare, sappiamo che ci aspettano. La gente dimentica, ma delle sette gare di campionato ne abbiamo giocate solo due in casa». Nell'ultima sfida della Liga i Colchoneros, infatti, hanno pareggiato per 0-0 in casa del Leganes (terzo pari su sette partite) e in classifica è al quarto posto con 15 punti, insieme al Valencia, dietro al Barcellona capolista con 21 e il Siviglia a 16 ma davanti al Real Madrid (14).

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DA GENNAIO C'È DIEGO COSTA - L'Atletico tra l'altro da gennaio potrà avere a disposizione anche Diego Costa: «Ho parlato con Gameiro l'anno scorso e gli ho detto che Diego Costa era la prima scelta. Dei giocatori che ho avuto, Diego è quello che mi ha sorpreso più. Se lui non avesse fatto uno sforzo per tornare da noi, non saremmo stati in grado di riportarlo. Non è così difficile essere numero 9 qui, tutti hanno segnato: Falcao, Costa, Mandzukic...».

FOTO - IL NUOVO STADIO DELL'ATLETICO MADRID È UNO SPETTACOLO


MESSI, IL BARCELLONA E IL REAL - Simeone poi dice la sua anche su Messi, il Barcellona e il Real Madrid, grandi avversari del Cholo durante la sua esperienza in spagna: «Con Messi, il Barcellona sarà sempre pericoloso ed avrà sempre una carta in più degli altri. Il Real Madrid è la migliore squadra al mondo, ha una grande squadra». E su un possibile futuro con la Nazionale argentina l'allenatore dell'Atletico precisa: «Adesso non mi vedo ancora a preparare una gara a casa mia per quattro mesi. Ho bisogno del lavoro quotidiano e penso di poter ancora migliorare, ho ancora 47 anni».

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