ROMA - Va bene l'amore e il senso d'attaccamento ad un club e alla sua storia. Alla fine, però, a fare la differenza sono sempre i soldi. Sempre e soltanto loro. Non fa eccezione il caso Cristiano Ronaldo. I fatti sono noti: l'attaccante del Real Madrid al triplice fischio dell'ennesima finale di Champions vinta contro il Liverpool ha dichiarato: «E' stato un onore giocare con il Real». Boom. L'equivalente di una bomba termonucleare sul mercato. I media di tutto il mondo riprendono solo le parole del portoghese con la Champions merengue messa quasi in secondo piano. «Ma come - si chiedono in molti - Ronaldo ha un contratto fino al 2021 a 21 milioni di euro all'anno e ora vuole andare via?». Domanda legittima ma un po' ingenua.
I motivi sono due: Messi e Neymar. Sempre e solo loro. Le ossessioni di Ronaldo. Nella folle gara a chi ce l'ha più grosso (lo stipendio, si intende), i due precedono il vate di Funchal. Un'onta impossibile da lavare per un giocatore così ambizioso e (giustamente) pieno di sè. Eccola allora la strategia. Chiara e cristallina. Chiedere l'ennesimo aumento al presidente Perez con la Champions League ancora in mano. Senza farlo direttamente, è ovvio. Basta una dichiarazione, un segnale per scatenare l'inferno. Secondo ' El Confidencial ', il portoghese, attraverso il suo rappresentante Jorge Mendes, ha chiesto al Real Madrid un ingaggio da 80 milioni di euro lordi (ottanta milioni, meglio ripeterlo). Per gli amanti del netto: siamo intorno ai 50. Per tre stagioni. Niente male per un calciatore di 33 anni che ha più volte annunciato di voler giocare fino a 40 anni. Per il presidente Perez sarebbe un esborso da 240 milioni di euro lordi. Tanto per farsi un'idea: il denaro stanziato dal Real per pagare Ronaldo è il 60% del budget complessivo degli ingaggi della rosa. Se dovesse accettare la richiesta, quella percentuale aumenterebbe a dismisura con tutte le ripercussioni del caso (una fila di procuratori fuori dalla porta del presidente pronta a battere cassa). Inoltre dare 260 milioni a CR7 vorrebbe dire ridurre drasticamente gli spazi per nuovi acquisti. Neymar (guarda caso) in primis.