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Bologna, un'altra squadra in sette giorni

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Mihajlovic voleva un centrocampista con Pulgar, due senza il cileno. Ora c'è poco tempo per realizzare il progetto

BOLOGNA - Iniziano i sette giorni del Bologna, nel corso dei quali Walter Sabatini vorrebbe costruire una squadra che possa essere quanto meno all’altezza di quelle che erano le ambizioni di fine maggio, e cioè capace di albergare con continuità nella facciata sinistra della classifica. E magari di poter far correre anche qualche insidia a chi lotta per andare in Europa. Come d’altra parte pretendeva lo stesso Sinisa Mihajlovic per restare a Bologna. E poi in fondo come desiderava anche Joey Saputo, "è arrivata finalmente l’ora di svoltare", la sua assicurazione dettata dopo essere scampato per miracolo alla serie B. Quale sarebbe il piano di Sabatini? Accontentare Sinisa per quanto riguarda l’acquisto di due centrocampisti, poi nel caso in cui si presentasse l’occasione giusta, sì, vorrebbe regalargli anche un nuovo attaccante. Che l’ex direttore tecnico della Roma, poi di Suning e infine della Sampdoria si sia reso conto che a oggi è un Bologna da tredicesimo posto? Non lo sapremo mai, certo è che solo un inguaribile ottimista può ritenere che questa sia una squadra capace di vivere subito appena sotto le prime otto in classifica.

In questi sette giorni, oltre alle due partite contro il Verona e la Spal che andranno affrontate obbligatoriamente come vuole Sinisa, il Bologna dovrà fare di tutto per rendere più competitiva questa squadra, affinché abbia lo spessore tecnico che serve per poter abitare nella facciata sinistra della classifica. Arriverà Nicolas Dominguez del Velez Sarsfield? Arriverà Matias Kranevitter dello Zenit San Pietroburgo? Arriverà un nuovo attaccante se uno tra Destro e Santander lascerà Bologna? Qua per svoltare come pretende Sinisa, come assicurava Saputo e come vorrebbe Sabatini, occorrono due o tre giocatori forti per davvero e pronti da subito. Chiudiamo con una raccomandazione: una volta per tutte a Casteldebole devono capire che quello che è successo fino a gennaio passato non è stato figlio della sfortuna.

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