Non sarà facile smussare gli angoli della trattativa: tra l'Inter e Cavani lo scoglio è un ingaggio faraonico che andrà riveduto e corretto, per ufficializzare un matrimonio biennale. Con l'Atletico Madrid sempre in agguato e cifre da capogiro che a Milano non possono permettersi. Il Matador è affermato e affamato, pure nelle pretese. Quindi occorre pazienza, sperando di non farsi sfilare un altro parametro zero come è stato per Giroud - due giorni fa il rinnovo di un anno ratificato con il Chelsea - e Mertens. Mentre Cavani, a sua volta, prova ad andare incontro alle esigenze dell'Inter: dai dodici milioni annui che prende al Paris Saint Germain, può tagliarsi lo stipendione arrivando al massimo a dieci. Ma sono comunque condizioni improponibili per Ausilio e Marotta.
Tassazione agevolata
A favore dell'Inter gioca però la tassazione agevolata che riguarda i giocatori arrivati dall'estero e che si fermano in Italia almeno due anni. Come ad esempio Eriksen e Lukaku. Il belga percepisce 7,5 milioni comprensivi di bonus scattati in questa stagione, cifra in linea con quella del centrocampista arrivato dal Tottenham. Un dispiegamento di forze necessario - Eriksen è stato preso a prezzo di saldo, c'era il rischio di uno “scippo” di altri club in Europa - tra estate e inverno. Con Cavani l'Inter dovrebbe per forza di cose adeguarsi ai livelli di un altro mega-ingaggio: l'uruguaiano in pratica chiede il doppio di quel che la società nerazzurra avrebbe dato a Mertens. Chiaro che il Matador, nei suoi sette anni al Paris Saint-Germain, si è abituato bene. Il confronto con Lautaro - che sta guadagnando 1,5 milioni l'anno - in effetti è impietoso. Ma resta sempre una differenza di dieci anni tra i due, e di gol a tutte le latitudini a favore di Cavani.
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