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Bologna, ecco i quattro punti fermi di Mihajlovic

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Il tecnico ha parlato con Danilo, Medel, Poli e Palacio: li ritiene fondamentali anche per la crescita dei giovani

BOLOGNA - Evviva i giovani, che rappresentano il presente e anche il futuro del Bologna, ma guai a dimenticare quanto in una squadra di calcio sia importante mantenere uno zoccolo duro. Che in qualsiasi situazione e in qualunque momento, ecco il punto, ti viene in soccorso, aiutandoti anche eventualmente ad uscire dal tunnel dentro il quale ti sei più o meno colpevolmente infilato. E questo è il motivo per il quale, già alla fine del lockdown, Sinisa Mihajlovic ha voluto parlare a quattr’occhi con Danilo Larangeira, Gary Medel, Andrea Poli e infine con Rodrigo Palacio per capire sia quali fossero le loro reali intenzioni per quanto riguarda il domani ma anche per metterli al corrente di quella che era la sua idea.

Danilo in difesa, Poli e Medel in mezzo al campo e Palacio in attacco, insomma, la spina dorsale del Bologna non cambierà, anche se qualcuno potrebbe attraversare in panchina alcune partite. Potrebbe, è consigliabile almeno per il momento usare il condizionale, perché alla fine dei giochi è da vedere chi andrà in campo e chi almeno in partenza dovrà stare a guardare. Prendiamo a esempio quello che è accaduto in questo spezzone finale di campionato, dopo il Covid e il successivo lockdown. Danilo è stato di sicuro il miglior difensore, quello che è stato più costruttivo, anche se il Bologna ha continuato a prendere gol con continuità. Andiamo avanti: Medel non ha sbagliato una partita, in tutte e due le fasi del gioco ha evidenziato le sue potenzialità, e anche quando è stato impiegato contro il Torino da difensore centrale accanto a Danilo ha dimostrato come possa diventare un’alternativa importante anche in quel ruolo. Poi in fondo non giochi (vincendole) due Coppa America se non hai le qualità per lavorare nella tua area di rigore. Certo, il colombiano non è alto, ma ha i tempi giusti quando deve saltare di testa, poi è molto rapido e sa costruire il gioco dal basso. Che nel calcio di oggi non è un particolare di poco conto.



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