Che qualcuno si muova. O il mercato, quando mancano venticinque giorni al termine, resterà bloccato e sia quel che sia. Chi più, chi meno, ogni squadra ha bisogno di aggiustare la propria rosa, il concetto di ciliegina sulla torta è lontanissimo per tutti o quasi. Solo che per comprare bisogna vendere, ma se nessuno compra allora nessuno vende e si resta bloccati ancor più che fermi. Nemmeno dall'estero arrivano le spinte necessarie, perché la crisi vale per tutti e perché comprare in Italia non conviene, considerando carta d'identità, ingaggi pesanti e magari storico infortuni.

Ci sono esuberi, di cui liberarsi in ogni modo, anche risolvendo il contratto. Ci sono giovani non ancora pronti, da mandare in prestito in qualche club amico o direttamente di famiglia. Ci sono giocatori da sacrificare sull'altare del bilancio, anche a malincuore. Ce n'è per tutti i gusti insomma. Purché qualcuno faccia la propria mossa. Altrimenti pure le grandi resteranno con delle rose incomplete e allo stesso tempo ingombranti, specialmente in ottica lista Uefa visto che quella per la serie A è più generosa (diversi i criteri di defi nizione dei “club trained player”, i giovani cresciuti in casa, inoltre c'è il via libera per tutti i nati dal 1° gennaio 1999 in poi).

A tale proposito, lo scorso anno era Maurizio Sarri a parlare di situazione imbarazzante per la sua Juve, i casi Mandzukic ed Emre Can rappresentarono il prezzo da pagare, ma oggi il discorso coinvolge tutti o quasi. E quindi, che qualcuno si muova.

Nelle pagine successive, gli esuberi squadra per squadra.