Non è un problema di soldi, neppure la nuova offerta ha prodotto qualche segnale di riapertura, manca la volontà di trattare: il Bayern ha insistito, ci ha riprovato, ma ha intuito che David Alaba ha già deciso di non rinnovare. Un atteggiamento di chiusura totale, quello delll’austriaco, che si era imposto a inizio carriera nel ruolo di esterno e ora è stato trasformato in difensore centrale. A meno di una clamorosa retromarcia si svincolerà il 30 giugno, dopo dieci stagioni con il Bayern. La scintilla si è spenta. “Dobbiamo cominciare a fare i conti con la partenza di David”, ha spiegato il direttore sportivo Hasan Salihamidzic, che ha cercato con pazienza di convincere il giocatore a legarsi ancora al club bavarese.

Un danno da cinquanta milioni: questa, infatti, la valutazione attribuita dai dirigenti ad Alaba, mancino, un metro e 80, cresciuto nell’Austria Vienna. A seguire con attenzione gli sviluppi della vicenda c’era anche la Juve, pronta a inserirsi in caso di rottura. Ma ora che gli scenari stanno prendendo forma e il Bayern si è rassegnato, emerge un altro retroscena: Alaba è vicino al Real Madrid.

L’agente Pini Zahavi, israeliano, sta pilotando il suo passaggio ai “blancos”, pronti a garantire al jolly un ingaggio da otto milioni netti a stagione. Un colpo a zero per il presidente Florentino Perez, nell’epoca del Covid. Secondo il giornale “As”, Zahavi è in ottimi rapporti con Perez e in passato aveva provato a portare a Madrid anche Robert Lewandowski. Alaba, madre filippina e padre nigeriano, è nato a Vienna, compirà ventinove anni il 24 giugno e ha vinto nove campionati e due Champions con il Bayern.